Sgarbi su Simon Gautier: “Si sarebbe salvato con un telefono satellitare, ma costa troppo”
La vicenda di Simon Gautier, il turista francese morto a 27 anni durante una escursione nel golfo di Policastro, in Cilento, ha scosso l'opinione pubblica, dall'Italia alla Francia. La polemica sulla tempestività dei soccorsi e sul perché il ragazzo non sia stato localizzato in tempo, poi, tiene ancora banco, tanto che la Procura di Vallo della Lucania ha aperto una inchiesta proprio per verificare se ci siano stati ritardi nell'avvio dei soccorsi e se si poteva fare di più per salvare la vita del 27enne. Vittorio Sgarbi, in un post su Facebook, propone la sua visione della vicenda. "Il turista francese Simon Gautier morto perché caduto in un burrone si sarebbe potuto salvare se avesse avuto con se, invece che il telefonino, un localizzatore satellitare" scrive Sgarbi.
Nel post, Sgarbi racconta di essere recentemente stato in Eritrea e di essersi spostato con un telefono satellitare che, in caso di emergenza, consente una rilevazione continua della posizione in cui ci si trova e dà la possibilità di inviare sms e mail e di lanciare un sos premendo un semplice tasto. "Questo rilevatore e trasmettitore satellitare, prodotto da una ditta americana, costa all’incirca 800 euro, mentre il servizio per la gestione del soccorso e la gestione delle comunicazioni sms ed email (sempre venduto da questa società americana) costa 500 euro per un mese, un periodo sufficiente a coprire la durata di un viaggio: totale 1.300 euro, nulla in confronto a una vita umana, ma tanto perché possano comprarlo tutti senza dover spendere più del viaggio".
"Ecco, la vicenda di Gautier propone, sullo sfondo di una tragedia, il problema della tecnologia e dei suoi costi, sopratutto quando si tratta della vita umana. Certi strumenti e certi servizi che servono a salvaguardare le nostre vite e a prestare soccorso agli altri, dovrebbero essere facilmente accessibili a tutti" conclude Sgarbi.