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Simon Gautier, escursionista trovato morto in Cilento: inchiesta su presunti ritardi nei soccorsi

La procura di Vallo della Lucania ha aperto un’inchiesta sulla morte di Simon Gautier, l’escursionista francese 27enne disperso dallo scorso 9 agosto in Cilento e trovato senza vita ieri in un burrone nella località di Belvedere di Ciolandrea. L’autopsia dovrà stabilire le cause e la data del decesso: l’inchiesta servirà anche a capire se qualcosa nella “macchina” dei soccorsi non abbia funzionato a dovere.
A cura di Redazione Napoli
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Simon Gautier
Simon Gautier
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Sarà l'autopsia a stabilire le esatte cause della morte di Simon Gautier, lo studente francese di 27 anni trovato senza vita ieri in un burrone nella località di Belvedere di Ciolandrea, nel comune cilentano di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno. La vicenda dell'escursionista, di cui si erano perse le tracce dallo scorso 9 agosto, ha tenuto per giorni col fiato sospeso due interi Paesi. Purtroppo, nonostante le ricerche condotte da centinaia di soccorritori con l'ausilio di droni, Gautier è stato ritrovato soltanto ieri, domenica 18 agosto, quando ormai era troppo tardi: il suo cadavere è stato individuato dai soccorritori attorno alle 20, accanto al suo zaino, ma le operazioni di recupero della salma saranno completate soltanto oggi in mattinata. Poi sarà eseguita l'autopsia che servirà anche a stabilire la data esatta del decesso.

La procura ha aperto un'inchiesta sulla morte del giovane francese

Simon Gautier viveva da due anni a Roma dove stava preparando una tesi in Storia dell'arte. Amante del trekking e delle escursioni in solitaria, era arrivato alla stazione di Policastro Bussentino nel pomeriggio dell'8 agosto e aveva dormito probabilmente sulla spiaggia di San Giovanni a Piro. Poi, all'alba di venerdì 9 agosto, si era incamminato per la sua escursione. Non è chiaro cosa sia successo in seguito: il ragazzo potrebbe essersi perso e poi è precipitato nel burrone dove è stato ritrovato. L'ultimo, drammatico contatto con il 27enne è stata la telefonata che il ragazzo ha fatto al 112 alle 8.57 di venerdì 9 agosto, nella quale aveva detto che era caduto in una scarpata e che stava "morendo di dolore". Il giovane non era però riuscito a fornire indicazioni utili affinché i soccorritori lo rintracciassero: né, come però dovrà essere chiarito, un aiuto in tal senso è arrivato dalla tecnologia, in quanto il cellulare del ragazzo ha agganciato una cella piuttosto vasta che copre un'area di 143 chilometri quadrati. Una zona impervia che è stata battuta per giorni dai soccorritori, aiutati anche dagli amici di Simon giunti dalla Francia, così come i genitori. Adesso la procura di Vallo della Lucania ha aperto un'inchiesta sulla vicenda: si dovranno chiarire innanzitutto le cause della morte di Simon e poi se qualcosa non abbia funzionato a dovere nella "macchina" dei soccorsi.

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