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Simon Gautier, il turista francese si poteva salvare rintracciando il cellulare

Per la famiglia di Simon Gautier, così come per i media francesi e forse anche per le autorità italiane, i soccorsi non avrebbero fatto tutto quanto in loro possesso per salvare la vita del turista 27enne disperso in Cilento lo scorso 9 agosto e trovato morto soltanto ieri, domenica 18 agosto. I dubbi maggiori sull’Aml, dispositivo che consente di rintracciare le chiamate, in caso di emergenza, che in Italia non è ancora attivo.
A cura di Valerio Papadia
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C'è una domanda che, più di tutte, in queste ore risuona nella mente di tante persone: è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita di Simon Gautier? Il turista francese di 27 anni è scomparso nel Golfo di Policastro, in Cilento, nella provincia di Salerno, lo scorso 9 agosto ed è stato ritrovato senza vita, purtroppo, soltanto 9 giorni più tardi, ieri, domenica 18 agosto, in un crepaccio a San Giovanni a Piro. Dalla famiglia e gli amici – una ventina sono arrivati in Italia per partecipare alle ricerche – fino ai media francesi, passando anche per le autorità italiane, che hanno aperto una inchiesta su possibili ritardi, non si è convinti che i soccorsi siano stati sufficientemente adeguati. Il dubbio maggiore è sul cellulare del giovane: Simon, il 9 agosto, ha telefonato al 112, il numero unico di emergenza, riferendo ai carabinieri di essere caduto durante una escursione e di essersi fratturato entrambe le gambe. Sarebbe bastato rintracciare quella telefonata, e vedere da dove era stata effettuata, per identificare il punto esatto in cui si trovava il 27enne, eppure non è stato possibile. Perché? È il quotidiano francese Le Figaro, questa mattina, a riassumere tutti i punti oscuri sulla vicenda, compresa la perplessità dei familiari del ragazzo sull'utilizzo degli elicotteri, che si sarebbero alzati in volo per le ricerche soltanto nel primo pomeriggio del 10 agosto, più di 24 ore dopo la telefonata.

Cos'è l'Aml, che rintraccia le chiamate e in Italia non c'è

L'Advanced mobile location, abbreviato con Aml, è un dispositivo di cui sono dotati gli smartphone e che consente in caso di emergenza, di geolocalizzare la chiamata di un determinato celluare e di rintracciare quindi il punto esatto dalla quale è partita. In Italia, però, il dispositivo non è attivo: disposizioni dell'Unione Europea obbligano i Paesi membri ad adeguarsi alle normative, ma l'Italia non l'ha ancora fatto. Ed ecco che allora, per un "rimbalzo" di frequenza, la telefonata di Simon al 112 è arrivata ai carabinieri di Lagonegro, in Basilicata, e non ai militari campani. Inoltre, il cellulare si è agganciato a tre celle diverse, comprese tra le province di Salerno, Potenza, Matera e Cosenza: un'area di 143 chilometri quadrati, troppo vasta per fornire ai soccorritori indicazioni precise.

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