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Poliziotto ferito a Fuorigrotta, braccato l’uomo che ha sparato all’agente

Poche ore dopo il conflitto a fuoco, la polizia prima ha ritrovato nel Beneventano l’auto usata dai criminali e poi ha arrestato un ventottenne. Tuttavia sarebbe un altro il criminale che ha esploso il proiettile che ha ridotto in fin di vita l’agente dell’anti-racket.
A cura di Danilo Massa
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Si stringe il cerchio intorno ai criminali che la sera di giovedì 24 settembre hanno ferito a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta, Nicola Barbato, sovrintendente della Polizia di Stato raggiunto da un proiettile alla nuca. L'agente era seduto con un collega all'interno di una Fiat Panda parcheggiata davanti alla stazione della Cumana di via Leopardi, quando, intorno alle 20, un conflitto a fuoco ha causato il ferimento di Barbato, ancora in pericolo di vita. Gli agenti erano in servizio nell'ambito di un indagine anti-racket. Molteplici, al momento, le ricostruzioni dell'accaduto, secondo le quali il conflitto sarebbe seguito all' "alt" intimato dai poliziotti, oppure sarebbe stato l'esito drammatico di un agguanto eseguito dai due criminali, che avrebbero confuso gli agenti con criminali del clan rivale.

A poche ore dal conflitto a fuoco è stata ritrovata nel Benventano l'auto, una Daewoo Matiz, usata dai criminali, mentre sono scattate le manette intorno ai polsi di un ragazzo di 28 anni accusato di essere uno dei criminali dell'agguato di Fuorigrotta. Il presunto colpevole sarebbe tuttavia il complice – e non dell'esecutore materiale – di chi ha ferito Nicola Barbato. Il Nuovo Sindacato di Polizia ha diffuso la foto di un secondo sospettato che avrebbe invece esploso i colpi contro il sovrintendente Barbato. Le indagini hanno beneficiato del filmato requisito al negozio di giocattoli posto di fronte al luogo della sparatoria.

Il poliziotto è ancora in pericolo di vita. Dopo la sparatoria, l'agente è stato trasportato d'urgenza al vicino ospedale San Paolo, per poi essere tradotto al Loreto Mare e, a seguire, al Cardarelli. Qui l'uomo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico che ha permesso l'estrazione del proiettile. L'agente, tuttavia, è ancora in grave pericolo di vita. Per esprimere solidarietà all'agente della mobile e in generale all'operato della polizia, è stata organizzata dalla Fai (Federazione anti racket italiana) una catena umana intorno alla Questura di Napoli. Hanno partecipato oltre 150 commercianti ed esponenti delle istituzioni cittadine.

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