Strage di Secondigliano, Giulio Murolo tenta il suicidio in carcere
Giulio Murolo, l'infermiere che il 15 maggio sparò all'impazzata dal balcone del suo appartamento a Secondigliano, ha tentato il suicidio in carcere. L'uomo è stato trasferito d'urgenza, a bordo di un'ambulanza del 118 scortata dalla polizia penitenziaria, all'ospedale Loreto Mare. Ancora sconosciuto il motivo e le modalità del gesto del pluriomicida. Dalle prime informazioni che arrivano dal carcere di Poggioreale, sembra che l'uomo abbia ingurgitato diverse pillole per togliersi la vita. Murolo, stando a quanto si apprende, non era più in isolamento nella struttura carceraria. Le sue condizioni, fanno sapere dall'ospedale, sono al vaglio del personale sanitario che sta procedendo ad una serie di accertamenti clinici. Non dovrebbero comunque essere gravi.
Quel pomeriggio di maggio, ricordato come la "strage di Secondigliano", il 49enne uccise quattro persone, tra cui il fratello e la cognata, e ferì altre sei persone. Poi telefonò alla polizia e si autodenunciò. In casa sua nascondeva tantissime armi, tra cui un fucile mitragliatore Kalashnikov Ak47, con matricola abrasa, oltre 6mila proiettili e due machete.