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Strage di Secondigliano, la telefonata di Murolo al 113: “Non ho più niente da perdere”

La telefonata dell’infermiere autore della strage in via Miano, lo scorso 15 maggio, al 113. Un agente di polizia negozia con il killer: “Non sparare li allontano tutti ok?”. Dopo una lunga telefonata, quasi in lacrime, Murolo crolla: “Esco, ma se mi attaccano sparo alla bombola del gas”.
A cura di Angela Marino
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"Sono quello che sta sparando a Secondigliano". Comincia così la drammatica telefonata al 113 in cui è lo stesso Giulio Murolo, con il fucile ancora fumante dopo aver sparato ed ucciso il fratello e la cognata, ad avvertire i carabinieri. È il 15 maggio, sono morte 4 persone sotto i colpi del fucile a pompa dell'infermiere. Giulio Murolo è scosso, turbato, "Non ho più niente da perdere" balbetta quasi in lacrime "ora mi uccido". Di fronte, schierati ci sono i poliziotti pronti a fare fuoco. È confuso, spaventato, prova a minacciare, ma ormai è allo stremo delle forze cerca una via d'uscita. "Mi arrendo, ma se continuate ad attaccarmi ed a circondarmi rispondo al fuoco" prosegue "sparo alla bombola". "Nessuno ti attacca risponde dall'altro capo del telefono un dirigente della polizia. È comprensivo, vuole aiutarlo, ha capito che è finita e da quella casa dalla quale ha ucciso cinque persone –  ferendone altre 6 -Murolo vuole solo uscire. Vivo.

"Li faccio allontanare, non ti preoccupare stai calmo", lo rassicura l'agente. Murolo minaccia di sparare nella bombola del gas, "È bella piena" dice. "Perché hai sparato?". "Mio fratello mi è venuto addosso con un coltello". "Ti ha minacciato? Lo arrestiamo". Murolo non risponde. Le fasi della telefonata sono concitate e si sentono in sottofondo i rumori che provengono dall'esterno dell'abitazione di Murolo dove intanto gli agenti di polizia stavano accerchiando il suo appartamento.  "Ora devo stare una mezz'ora tranquillo e poi o mi uccido o poso l'arma, non riesco più a ragionare ora" gli risponde Murolo con voce tremante. Manca poco, Murolo è stanco, è in procinto di arrendersi. "Alzati la maglietta" gli suggerisce l'agente, "procedi a torso nudo, mostra che sei disarmato". Murolo ha paura ma non ha altra scelta, apre la porta, esce. A quel punto sono gli agenti a scortarlo, a trascinarlo fuori. Arriverà incolume alla centrale. Bilancio della sparatoria 4, morti, cui un mese dopo si aggiungerà il vigile Vincenzo Cinque, 6 feriti. Murolo ha tentato il suicidio in carcere alcuni giorni fa.

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