Stuprata dal branco a Marechiaro, trova i presunti violentatori su Facebook
Li ha trovati su Facebook. Ha percorso le loro bacheche virtuali, trovando in alcuni casi anche frasi da spacconi, da bulletti. Espressioni considerate ‘normali' per quella età – parliamo di sedicenni e diciassettenni – inquietanti se pensiamo che parliamo di tre ragazzi denunciati e formalmente indagati per violenza sessuale ai danni di una quindicenne, avvenuta a fine maggio sugli scogli di Marechiaro a Posillipo.
Emergono nuovi particolari. Fino a poco tempo fa la minore aveva detto alla madre che si era trattato di rapporti consensuali. Di recente, però, ha cambiato versione e detto, invece, di essere stata vittima di abusi. Si è sfogata con le amiche, si è sottoposta ad accertamenti irripetibili (tampone sul corpo) all'ospedale San Paolo di Fuorigrotta e queste tracce biologiche che ora saranno comparati dal Racis con quelli dei tre ragazzini per le analisi del Dna.
Le prime sommarie indagini le ha compiute a mezzo social network proprio la giovane per individuare chi, secondo lei, l'aveva prima bloccata e violata in un anfratto dell0 ‘Scoglione di Marechiaro‘ (erano in due) e poi violentata del tutto con la scusa di aiutarla (un'altro giovane, pure minorenne). Poi la decisione di andare avanti con denuncia e adempimenti successivi. Nei prossimi giorni la minorenne sarà ascoltata dagli inquirenti in una audizione protetta. E proprio su Facebook due dei tre minorenni coinvolti hanno pubblicato la foto insieme dopo aver saputo di essere indagati per così gravi accuse: «Passerà anche questa» hanno scritto.