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Stupro di gruppo a Pimonte, parla uno dei ragazzi: “Pentito. Ma obbligato a farlo”

Sconcerto nel piccolo centro dei Monti Lattari dove ieri 11 giovanissimi sono stati arrestati per aver abusato sessualmente di una 15enne con l’aiuto del suo fidanzato.
A cura di Redazione Napoli
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"Sono pentito, ma se non avessi partecipato alla bravata, sarei diventato io stesso vittima del branco". A parlare è uno dei giovani stupratori della 15enne di Pimonte (Napoli) arrestato ieri dai carabinieri che affida al parroco del paese dei Monti Lattari, don Gennaro Giordano, la sua verità. Il piccolo centro è sotto choc dopo aver saputo della storia, scoperchiata da una indagine dell'Arma e a seguito della denuncia della vittima. In pratica la ragazzina – questa la ricostruzione – sarebbe stata raggirata dal baby fidanzato che l'ha prima filmata con uno smartphone durante un rapporto sessuale e poi l'ha minacciata di diffondere sui social network le immagini costringendola ad avere rapporti sessuali con i suoi amici. Questo orrore è accaduto non una, ma almeno 3 volte. La ferocia del branco si è accanita sulla 15enne che andava col fidanzato sotto minaccia del filmato e poi si vedeva addosso gli altri. Questo orrore è cessato quando la giovane ha trovato il coraggio di denunciare, raccontando ai carabinieri la violenza subita. Il ‘branco' era formato da 12 minorenni, ma uno di loro, che ha meno di 14 anni, non può per legge nemmeno essere considerato indagato. Gli altri 11, compreso il ‘fidanzatino', hanno un'età tra i 14 e i 17 anni, e sono sono stati trasferiti in comunità di recupero. Due di loro sono parenti di boss della camorra dei Monti Lattari.

"Non avrei mai voluto che questi fatti accadessero nel mio Comune. Vivo questo momento come un fallimento delle istituzioni" dice l'assessore alla Pari opportunità e alle politiche giovanili di Pimonte, Vincenzo Coticella. "La storia che ci giunge da Pimonte, è una storia di coraggio: una ragazza di 15 anni ha denunciato il fidanzato e gli amici di cui era stata vittima di violenze sessuali e di bullismo, dato che i suoi coetanei la ricattavano da mesi con un video intimo. E' una storia triste, ma che contiene un risvolto positivo che dimostra quanto sia centrale la denuncia quando abbiamo a che fare con i temi come la violenza sessuale e il bullismo" dichiara Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario alla Giustizia.

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