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Niente tavolini in più per bar e ristoranti: il Tar boccia De Magistris. È la seconda volta

Stop ai tavolini gratis e ovunque. Il Tar di Napoli boccia per la seconda volta l’iniziativa del sindaco Luigi De Magistris con un decreto cautelare firmato dalla V Sezione, presieduta da Maria Abruzzese, che sospende l’ordinanza sindacale 249 del 4 giugno relativa appunto alla possibilità di installare i tavolini ovunque, anche nelle piazze vincolate, senza il preventivo parere della Soprintendenza e fissa l’udienza al 7 luglio prossimo. Il ricorso era stato presentato dal Comitato “Chiaia Viva e Vivibile”, rappresentato dall’avvocato Luca Tozzi. Moretto (Lega): “Gravissimo scavalcare il consiglio”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Stop ai tavolini gratis e ovunque. Il Tar di Napoli boccia per la seconda volta l'iniziativa del sindaco Luigi De Magistris con un decreto cautelare firmato dalla V Sezione, presieduta da Maria Abruzzese, che sospende l'ordinanza sindacale 249 del 4 giugno relativa appunto alla possibilità di installare i tavolini ovunque, anche nelle piazze vincolate, senza il preventivo parere della Soprintendenza e fissa la camera di consiglio al 7 luglio prossimo. Il ricorso era stato presentato dal Comitato “Chiaia Viva e Vivibile”, rappresentato dall'avvocato Luca Tozzi. Il provvedimento era andato sotto forma di delibera in consiglio comunale, ma non era passato in aula, a causa del cadere del numero legale prima della discussione. Il sindaco l'ha così riproposto come ordinanza, invece che come delibera, bypassando il consiglio comunale per renderlo immediatamente operativo. Ma per i giudici amministrativi il dispositivo non era urgente e quindi non poteva essere trasformato in un'ordinanza. “Non c'è esigenza dal punto di vista sanitario – sottolineano i magistrati – mentre non sembra ravvisabile alcuna ragione di urgenza”. Trattandosi di una modifica al regolamento, “è ineludibile il passaggio in consiglio”. I magistrati censurano anche il rilascio indiscriminato delle autorizzazioni ai gestori di bar e ristoranti, senza le dovute verifiche di sicurezza e di tutela del patrimonio.

"Autorizzazioni concesse senza verifica di sicurezza e tutela"

L'aumento degli spazi per i tavolini, secondo i giudici, e la possibilità di installarli anche in strada con velocità ammessa non superiore a 30 Km orari, sulle strisce blu o nelle pertinenze dei locali entro 15 metri, “sembrerebbero prodotti in carenza di alcuna verifica effettiva, nelle molte e diversificate aree interessate, degli ineludibili profili di tutela di sicurezza pubblica, anche connessi al traffico veicolare, e dei beni storico-artistici (che pure richiederebbe l’obbligata evocazione dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo pertinente, quest’ultima del tutto obnubilata), e dunque senza alcuna garanzia, allo stato, di controllo dei detti profili, ingenerando il dubbio circa l’esposizione a pericolo di tali beni protetti”.

"Non c'è esigenza dal punto di vista sanitario"

“Non sembra con evidenza prevalente la necessità di incrementare le occupazioni di suolo pubblico al fine di favorire il più possibile, in ragione della persistente emergenza “covid”, la somministrazione di beni e servizi all’esterno dei locali, e tanto immediatamente, considerato che tale esigenza, pur dovendosi apprezzare sotto il profilo generale, per le sue implicazioni socio-economiche, neppure sembra potersi agevolmente sussumere tra le emergenze sanitarie o di igiene pubblica o di tutela della pubblica incolumità ovvero di sicurezza urbana, che costituiscono l’ambito di esercizio delle competenze sindacali, ma sarebbe piuttosto il fondamento per l’esercizio degli ordinari poteri regolamentari, nel rispetto dei principi ad essi applicabili; e tanto tenuto conto, peraltro, che i titolari di esercizi di somministrazione restano, allo stato, comunque tenuti al rispetto delle normative, di legge e regolamentari vigenti, incluse le disposizioni regolanti la fase di progressivo rientro dall’emergenza covid, di matrice statale e regionale, prima che comunale, e, tra le queste, la regola del “distanziamento sociale”.

“È un regolamento, deve passare in consiglio”

"Non sembra ravvisabile – conclude il decreto – alcuna ragione di urgenza qualificata nell’immediata esecutività del detto atto sindacale, tale non essendo neppure il riferimento alla mancata discussione del punto relativo alle misure in questione nella seduta consiliare del 3 giugno 2020, che, nel mentre conferma la necessità dell’ineludibile passaggio consiliare, a tutela del controllo democratico dell’esercizio dei poteri regolamentari, non giustifica affatto, per quanto sopra detto, l’immediata operatività della contestata disciplina derogatoria e acceleratoria, in un quadro che tuttora richiede il penetrante controllo pubblico anche delle attività economiche in ragione del persistente stato di emergenza sanitaria".

Moretto (Lega): "Consiglio scavalcato, gravissimo"

"Gravissimo scavalcare il consiglio comunale di Napoli trasformando una delibera che modifica il regolamento in ordinanza sindacale – commenta Vincenzo Moretto, consigliere comunale della Lega – Stupisce il silenzio dei consiglieri in questi giorni su una vicenda così grave. I regolamenti e le loro modifiche sono una prerogativa dell'assemblea cittadina. Faremo valere i diritti del Consiglio comunale. Quella delibera doveva essere discussa in aula ed eventualmente anche modificata. Non è possibile mettere i tavolini in strada, come è accaduto in diverse zone della città. Si creano problemi di sicurezza".

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