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Tavolini in piazza Plebiscito, l’urbanista De Falco: “Impossibile. Vietati dal ministero”

Parla a Fanpage.it l’ex assessore della giunta de Magistris, Luigi De Falco, che nel 2013 lavorò col Mibact alle regole che portarono al vincolo sulla piazza: “In piazza del Plebiscito i tavolini e le sedie dei locali non potranno mai esserci, perché è tassativamente vietato dal decreto del Ministero dei Beni Culturali del 2013. Autorizzare i tavolini come vorrebbe il Comune di Napoli, non sarebbe bypassare un semplice parere della Soprintendenza, ma andrebbe contro un decreto ministeriale. Ma è incostituzionale”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“In piazza del Plebiscito i tavolini e le sedie dei locali non potranno mai esserci, perché è tassativamente vietato dal decreto del Ministero dei Beni Culturali che nel 2013 ha posto il vincolo sulla piazza. Quindi autorizzare i tavolini in piazza, come vorrebbe il Comune di Napoli, non sarebbe bypassare un semplice parere della Soprintendenza, ma andrebbe contro un decreto ministeriale. Cosa che a nostro avviso è incostituzionale”. Ne è convinto Luigi De Falco, architetto e urbanista, nonché ex assessore della giunta de Magistris nella prima consiliatura e attuale vicepresidente nazionale di Italia Nostra. Fu proprio De Falco a tenere i rapporti con il Mibact in quegli anni, che portarono poi alla decisione di Roma di vincolare la piazza vietando i tavolini. Decisione sulla quale De Falco non era d'accordo: “Proposi al ministero di consentire in piazza solo i tavolini e le sedie, come a piazza San Marco a Venezia, ma non gli ombrelloni o i dehors. Ma non fu preso in considerazione”.

Il Comune in commissione Commercio sembra aver aperto la possibilità dei tavolini in piazza del Plebiscito. La delibera sui tavolini gratis supera i divieti fino a ottobre?

L'architetto Luigi De Falco, vicepresidente nazionale di Italia Nostra
L'architetto Luigi De Falco, vicepresidente nazionale di Italia Nostra

“Assolutamente no. Siamo di fronte ad un decreto ministeriale di vincolo su piazza del Plebiscito. La Soprintendenza dei Beni Culturali di Napoli nell'esprimere qualsiasi parere su un'installazione in piazza deve rifarsi obbligatoriamente a questo decreto. Non si tratta di una decisione discrezionale. Non ci si può discostare dal decreto ministeriale. Il decreto contiene anche prescrizioni in ordine a usi della piazza non compatibili, come ad esempio la sosta delle auto davanti a Palazzo Reale”.

La delibera del Comune di Napoli sulla possibilità di ampliamento dei tavolini esterni dei locali si rifà al Decreto Rilancio del Governo per il Coronavirus che consente alcune deroghe sulle autorizzazioni paesaggistiche e architettoniche per l'occupazione di suolo pubblico. Non è sufficiente?

“No. Perché il Decreto Rilancio stabilisce semplificazioni e deroghe per le procedure autorizzatorie. Ma non certamente deroghe ad altre leggi che stabiliscono divieti in riferimento a esigenze di tutela dei beni culturali, la cui osservanza compete anche ai sindaci e non solo ai soprintendenti. Se il Comune autorizzerà i tavolini in piazza del Plebiscito si aprirà sicuramente un contenzioso, che anche la stessa Italia Nostra non tarderà a sollevare”.

Non è possibile pensare di sospendere per un momento queste regole sulla piazza per dare una mano ai commercianti?

“Lo scopo non è solo rilanciare il commercio, ma anche il turismo. Con una radicale deregulation quale risultato garantiremmo agli occhi del turista e di quelli che vengono a vedere una "Napoli città d'arte"? Non si possono snellire le procedure al punto di andare a scapito dei valori storici della città”.

Perché nel 2013 il Comune non fece valere queste ragioni al ministero?

“Il Comune lo fece. Furono inviate due lettere al ministero su piazza del Plebiscito. Nella prima, a mia firma, in qualità di assessore all'Urbanistica, proposi al ministero la possibilità di posizionare in aree graficamente delimitate solo tavolini e sedie, e non altro, prendendo spunto da piazza San Marco a Venezia. Evidenziai, inoltre, la necessità che il decreto prevedesse la possibilità di deroghe per i mezzi di servizio pubblico (polizia, carabinieri e ambulanze). Dopo la consegna delle mie osservazioni, giunse al Mibact anche una lettera del sindaco che però era incentrata sulla dimensione dei palchi per i concerti. Il Ministero esaminò solo la seconda lettera, evidentemente rispettando le gerarchie istituzionali. Il risultato è che le auto blu davanti a Palazzo Reale parcheggiano ugualmente, mentre forse domani vedremo dehors senza regole in piazza”.

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