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Terra dei Fuochi, ad Acerra mamme e bambini in strada per il diritto alla salute

Sabato nel comune della in provincia di Napoli, nella cosiddetta Terra dei Fuochi, la manifestazione in ricordo delle vittime del cancro. Presenti attivisti, mamme e bambini: “Chiediamo il risanamento del territorio e screening sanitari specifici”. Al termine della manifestazione i bambini hanno fatto volare palloncini bianchi in ricordo delle giovani vite stroncate dal cancro.
A cura di Angela Marino
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"The hero never dies", un eroe non muore mai. Così recita il claim sulle magliette dei bambini che ieri ad Acerra, nel cuore della Terra dei Fuochi, hanno marciato per le strade per il diritto alla salute e al futuro.  Gli eroi celebrati dai piccoli sono le giovanissime vittime del cancro che ogni giorno affollano le pagine di cronaca dei giornali segnando un vero e proprio bollettino di guerra. Fu  proprio il vescovo del comune in provincia di Napoli, Antonio Di Donna, a definire eroi le giovani vittime nel corso delle esequie celebrate per il giovanissimo Marco, morto a 16 anni stroncato dal cancro, nella sua Acerra. Per Marco e per il piccolo Checco, il bimbo malato di tumore che incontrò il Papa nell'ultima visita a Napoli lo scorso 21 marzo, sono scesi in piazza cittadini e attivisti del "Trinagolo della morte". Per chiedere screening sanitari specifici per le patologie peculiari sul territorio e soprattuto per chiedere ancora una volta il risanamento del territorio avvelenato da sversamenti illeciti e roghi di rifiuti speciali che sono stati per anni al centro del traffico di rifiuti gestito dai clan e commissionato dagli imprenditori.

La manifestazione  è partita alle 18 da Piazza Castello, ad Acerra, per ritornare nello stesso posto dopo una sfilata attraversato il paese. A concludere la giornata un flash mob in cui i bambini lasciavano andare palloncini bianchi, simbolo delle giovani vite stroncate dalla malattia e lanterne cinesi."La marcia di stasera serve a condividere il dolore per la morte dei bambini
ma – spiega Pina Leanza, dell'associazione "Noi Genitori di Tutti"e madre della piccola Tonia, morta a sei anni per un medullobalstoma – è anche una marcia di speranza affinché tutti possano partecipare alla lotta. Ad ogni manifesto mortuario ogni giorni si chiede solo "e' sempre la stessa cosa?" al massimo ci si chiede solo "dove aveva il cancro". Il movimento è ancora vivo e la gente ha bisogno di gridare il dolore e la rabbia". Ma non sono solo gli interramenti abusivi e i roghi in cui vengono bruciati materiali altamente pericolosi a preoccupare i cittadini acerrani, ma anche le polveri prodotte dall'inceneritore che da anni brucia rifiuti nel comune del Napoletano, al centro di una dura battaglia degli ambientalisti. "Ad Acerra ci sono molte fabbriche di morte come l'inceneritore, che non doveva essere costruito visto che già la Montefibre aveva inquinato il territorio– dichiara Barbara D'Inverno, del Comitato "Volontari per Francesco" –  Chiediamo che vengano fatto degli screening ma anche esami tossicologici per i bambini perché per loro non esiste nessuna prevenzione. Attraverso queste analisi, così come quelle sul capello, si comprende il livello di metalli pesanti e diossine nel sangue. Le istituzioni ci propongono screening ma devono abbassare l'età, io ho 35 anni non posso fare lo screening per la mammella che si fa a 45 anni, nemmeno quello al colon retto o all'utero."

"Io lotto con la mia bambina che combatte da 3 anni contro il tumore – Antonietta Moccia, madre di Miriam – Spero che tutti i bambini ce la facciano, non potete immaginare quello che si passa, i nostri bambini combattono per il diritto alla vita. Chiediamo alle istituzioni di fare le bonifiche, respiriamo, mangiamo e beviamo solo veleno. Noi ci sentiamo abbandonati a noi stessi dalle istituzioni, siamo diventati carne da macello".  "Ho espresso due desideri  – interviene anche la piccola Miriam, che scende in piazza sin da piccolissima con la sua mamma – uno è per me, perché guarisca io, l'altro è perché guariscano tutti gli altri bambini".

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