Terra dei Fuochi, Legambiente contro il governo: “Risanamento mai cominciato”
Dura e decisa la condanna di Legambiente sull'attività del Governo Renzi nella Terra dei Fuochi. Ad un anno dall'entrata in vigore della legge sulla Terra dei Fuochi, Legambiente stronca l'operato dell'esecutivo: "troppi ritardi accumulati, i progetti di bonifica assenti, il mancato risanamento delle falde e i dati epidemiologici preoccupanti". La riflessione giunge a margine della presentazione del dossier "Terra dei Fuochi: a che punto siamo", avvenuta oggi a Caserta. Non solo fortissimi ritardi sul risanamento, ma anche, accusa l'associazione il mai debellato "fenomeno dei roghi dei rifiuti". Legambiente denuncia i "rischi sanitari sempre più evidenti, come dimostra la ricerca dell'Istituto superiore di sanità, per cui ci sarebbe un eccesso di mortalità e di ospedalizzazione nella popolazione residente nei 55 comuni della Terra dei Fuochi per diverse patologie tumorali ed eccessi di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori e di tumori al sistema nervoso centrale nella fascia di età 0-14 anni". "
"Nell'ultimo anno sulla Terra dei fuochi abbiamo assistito ad una strisciante operazione di sottovalutazione del problema – spiega il vicepresidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – e di ingiustificata rassicurazione, che ha rallentato tutto il processo di risanamento". Gli unici dati presentati dai ministeri delle Politiche agricole e forestali, dell'Ambiente e della Salute sullo stato di contaminazione nei 57 Comuni perimetrati (diventati nei mesi successivi 88), fa notare l'associazione, "risalgono all'11 marzo 2014 mentre non sono stati ancora resi noti i risultati delle indagini sui terreni di 51 siti ‘prioritari e maggiormente a rischio' in 7 Comuni sebbene i lavori sul campo siano già terminati ad inizio 2014. In questi 57 Comuni ci sono ancora 1.335 siti potenzialmente inquinati su cui non sono state fatte ancora analisi". Anche l'attività di bonifica resta una "chimera", sia quella di competenza statale, che regionale. In particolare il Piano regionale di Bonifica, approvato nel giugno 2013, secondo Legambiente non ha garantito risultati concreti. "Su oltre 2mila siti contaminati individuati nell'area dell'ex sito di interesse nazionale ‘Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano' – denuncia il dossier – solo per lo 0,2% sono stati fatti o sono in corso le attività di bonifica e solo il 21,5% è stato caratterizzato e analizzato".
"Ritardi anche nelle aree cosiddette "vaste", come a Giugliano in Campania, che comprende la discarica ex Resit dove sono state smaltite circa 340mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e dove la caratterizzazione è completata ma non è ancora partita la messa in sicurezza permanente. A Lo Uttaro, nel comune di Caserta, area che comprende discariche, industrie dismesse ed ex cave, si è ancora fermi alla fase di caratterizzazione, che ha riguardato solo 20 ettari su 196″. Primo correttivo, invocato da anni, l'introduzione nel codice penale di un capitolo dedicato ai reati ambientali (il ddl inizia oggi l'iter al Senato, ndr). "Il popolo inquinato e la parte sana dell'economia non possono più aspettare" conclude Ciafani.