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Terra dei Fuochi, militari sul campo da un anno: ecco cosa hanno fatto

A quasi un anno dal decreto che li ha stanziati sul territorio e in vista di un possibile rifinanziamento dell’operazione, il commissario anti-roghi Cafagna ha Illustrato i risultati raggiunti dai militari nella Terra dei Fuochi. Ecco cosa è cambiato.
A cura di An. Mar.
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Sono sul campo da un anno ormai i militari  stanziati sull'area della cosiddetta Terra dei Fuochi su disposizione del decreto governativo speciale per l'emergenza ambientale in Campania. Incarico: quello di presidiare il territorio denunciando discariche e roghi. A illustrare oggi i risultati ottenuti alla commissione Difesa della Camera, è stato il commissario anti-roghi Donato Cafagna, in vista del possibile rifinanziamento della missione che terminerebbe il 31 dicembre 2014.

Roghi ridotti del 60% nella provincia di Caserta

Secondo i dati esposti da Cafagna l'intervento degli uomini dell'esercito in Campania avrebbe determinato una riduzione, nei primi 9 mesi dell'anno, del 60% degli interventi dei vigili del fuoco per roghi di rifiuti nella provincia di Caserta e del 40% nella provincia di Napoli e portato all'individuazione di  707 siti di sversamento. Circa 4.440, invece, sono i pattugliamenti effettuati dai militari; 5.340 i veicoli controllati e 14.973 le persone identificate e 48 fermate "perché individuate mentre sversavano o davano fuoco ai rifiuti". Questi i risultati prodotti dai 100 militari operativi nella Terra dei fuochi in base al decreto legge 136/2013, convertito con la legge 6/2014. "Cinquanta di questi 100 militari sono stati assegnati al prefetto di Napoli e 50 al prefetto di Caserta con il mandato di rafforzare il contrasto ai roghi e alle condotte illecite connesse" ha spiegato Cafagna, precisando che la loro azione "integra quella delle forze dell'ordine" ed e' svolta "con 12 pattuglie di 3 uomini per la provincia di Napoli e con altre 12 pattuglie per la provincia di Caserta, coprendo le 24 ore della giornata con 4 turni". Il territorio interessato dalla missione, ha specificato, "e' di 1.000 chilometri quadrati e coinvolge 57 comuni a cavallo fra Napoli e Caserta, tutti aderenti al patto per la Terra dei fuochi".

Gli arresti: 27 persone in manette per aver appiccato roghi

Cafagna ha quindi reso noto che sono stati 27 gli arresti effettuati dalle forze di polizia utilizzando il nuovo articolo 256 bis del codice dell'ambiente, che prevede il reato di combustione illecita di rifiuti. Cafagna ha inoltre sottolineato come la popolazione apprezzi l'impiego dell'esercito: "Con i militari – ha detto – i cittadini si fidano di piu', avvicinandosi a loro, perche' sanno che possono fare segnalazioni che restano anonime". Cafagna ha poi parlato alla Commissione dell'importanza della collaborazione avviata con le procure della Repubblica di Napoli, Santa Maria Capua Vetere e Nola e ha riferito che "una delle zone piu' critiche, dove abbiamo registrato una certa tensione per i roghi dei rifiuti, e' quella di Giuliano". Infine, Cafagna ha evidenziato che "in base al protocollo stipulato con il consorzio Ecopneus, che consente ai comuni di rimuovere e smaltire gratuitamente gli pneumatici abbandonati sul territorio, e' stato possibile allontanare dalle strade una quantita' molto consistente di pneumatici, ovvero circa 10mila tonnellate".

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