Terra dei Fuochi: video reporter preso a pugni vicino al ‘lago di spazzatura’
Una troupe televisiva è stata aggredita oggi a San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, accanto al sito sequestrato dove è stato scoperto il "lago di monnezza", il laghetto artificiale che si è formato in una cava dismessa dove per anni sono stati sversati rifiuti di ogni tipo. Si è trattato di una aggressione improvvisa, senza timore di farlo davanti a tutti, malgrado a pochi metri fossero presenti i vigili del fuoco, i tecnici e soprattutto le forze dell'ordine. Segno di una sensazione di impunità che connota, spesso, le aggressioni di questo tipo. Il giornalista se l'è cavata con qualche escoriazione, mentre l'operatore video è stato colpito con un pugno sull'occhio; medicato in ospedale, è stato giudicato guaribile in 5 giorni.
I due giornalisti aggrediti sono Pierpaolo Petino, responsabile dell'agenzia Videoinformazioni, che produce servizi per telegiornali, è l'operatore video Alessandro Jovane, arrivati per documentare il sequestro della mega discarica abusiva di oltre 15mila metri quadrati, tra l'invaso in cui si era formato il laghetto e l'area della cava dismessa. Si trovavano all'esterno del sito, stavano parlando con i Vigili del Fuoco al momento dell'aggressione, era presente anche la Polizia Metropolitana.
Un ragazzo, che sarebbe imparentato con il titolare della società a cui appartengono i mezzi sequestrati, si è avvicinato mentre Petino stava organizzando una intervista. Qualche urlo, poi i pugni. Petino è stato colpito di striscio, mentre Jovane, che si era avvicinato per aiutare il collega, è stato raggiunto da un cazzotto al volto che gli ha quasi fatto perdere i sensi; soccorso da un'ambulanza, è stato trasportato nel vicino ospedale di Maddaloni, dove è stato medicato e successivamente dimesso.
Il presidente del Corecom: "Individuare e punire gli autori dell'aggressione"
"L'aggressione subita da Pier Paolo Petino, direttore dell'agenzia giornalistica "Videoinformazioni", e dal giornalista Alessandro Carlos Jovane, all'esterno dell'ex cava Giglio a San Felice a Cancello, mentre svolgevano il loro lavoro, è un fatto di inaudita gravità. Bisogna individuare e punire gli autori di questo gesto, tanto vile quanto brutale, con la massima severità". Lo ha detto Domenico Falco, Presidente del Corecom Campania, commentando l'aggressione subita da due giornalisti nel casertano.
"Chi si scaglia contro i giornalisti attenta alla libertà di informazione e in Campania, purtroppo, si sono registrati diversi episodi analoghi negli ultimi tempi che mi inducono ad esprimere viva preoccupazione per tutti gli operatori che quotidianamente lavorano tra mille difficoltà e senza tutele di fronte alla violenza e alla prepotenza di questi soggetti. Una situazione insostenibile – ha aggiunto – per la quale ritengo opportuno che le massime istituzioni della sicurezza pubblica avviino un focus mirato alla tutela degli operatori della comunicazione. Ai due giornalisti – ha concluso Falco – va tutta la mia solidarietà e, conoscendoli, so che da subito si rimetteranno al lavoro per continuare a fare un'informazione di qualità al servizio di tutti".
I sindacati dei giornalisti: "Servono iniziative forti per tutelare la professione"
In un comunicato congiunto la Fnsi, il Sugc e l'Unione cronisti della Campania hanno espresso solidarietà ai due colleghi aggrediti, annunciando la vicinanza in tutte le sedi e chiedendo iniziative forti per tutelare la professione alla luce delle numerose aggressioni.
"Sono quattro i Giornalisti aggrediti negli ultimi cinque giorni – scrivono i sindacati – quella della Campania è una situazione di emergenza per l'informazione come ha evidenziato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, durante la riunione di venerdì scorso. Il Sindacato offrirà tutta l'assistenza possibile ai colleghi aggrediti, ai quali va la nostra solidarietà, e si costituirà parte civile nel processo contro i loro aggressori. Ma è evidente che sono necessarie iniziative forti sul territorio, dove a rischio c'è l'agibilità stessa della professione".