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Terremoto a Pozzuoli, l’esperto: “Non c’è risalita di magma, ma ci saranno altre scosse”

Nella notte, un forte boato ha preceduto due piccole scosse a Pozzuoli, in provincia di Napoli, città dove sorge il vulcano Solfatara e più generalmente considerata l’ombelico del supervulcano dei Campi Flegrei, considerato tra i più pericolosi d’Europa. Secondo Giuseppe De Natale, dell’Ingv, non si sarebbe trattato di risalita di magma, ma del raffreddamento dei gas ad esso collegati: De Natale afferma che ci saranno sicuramente altre scosse.
A cura di Valerio Papadia
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Questa notte, come spesso accade, trattandosi di una zona sismica, alcuni abitanti di Pozzuoli, nella provincia di Napoli, sono stati svegliati da un forte boato, che ha preceduto due lievi scosse di terremoto che, nonostante la bassa entità, sono state distintamente avvertite a causa dell'esigua profondità, circa un chilometro. A Pozzuoli sorge il vulcano Solfatara, ma la città è considerata generalmente l'ombelico del supervulcano dei Campi Flegrei, considerato da molti uno dei più pericolosi d'Europa. Fanpage.it ha ascoltato il parere di Giuseppe De Natale, dell'Ingv – l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – che ha spiegato l'origine delle due scosse di questa notte e l'evoluzione del fenomeno del bradisismo.

"L'attuale episodio, secondo i nostri studi, non è da ricondurre ad una risalita in superficie di magma, che renderebbe la situazione abbastanza critica" spiega De Natale. "Noi crediamo che, in base ai nostri studi, l'attuale fenomeno non sia dovuto alla migrazione di magma, piuttosto al raffreddamento all'esalazione dei gas prodotti dal raffreddamento del magma, che vengono da profondità molto alte". De Natale, poi, conclude: "Anche se non c'è risalita di magma, non si può mai stare tranquilli con fenomeni del genere, soprattutto se questi avvengono in aree densamente popolate. La scienza vulcanologica non è ancora in grado di descrivere in maniera precisa questi fenomeni, ma grazie ai nostri studi crediamo che l'attuale episodio non abbia la criticità di quelli degli anni Settanta e Ottanta". Su una cosa, De Natale però è sicuro: "Finché il fenomeno di innalzamento del suolo continuerà, bisogna aspettarsi altre scosse".

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