Test sierologici, in Campania solo negli ospedali pubblici e dopo l’ok del Governo
In Campania verranno effettuati i test sierologici, ma soltanto negli ospedali della sanità pubblica e quando partirà anche il Piano Nazionale che il Governo sta definendo in questi giorni. Lo comunica con una nota l'Unità di Crisi della Regione Campania, aggiungendo che il piano dovrebbe partire a breve, entro metà settimana e che la Campania si raccorderà alle disposizioni. La task force, si legge nella nota, ha chiesto un parere ufficiale all'Istituto Superiore di Sanità sull'affidabilità dei test sierologici.
Controlli sui contagi per la Fase 2
La Regione Campania sta inoltre preparando un piano regionale di controlli e di test di verifica del contagio, in vista della ripresa delle attività produttive. Sul sito della Regione è stato pubblicato un bando, che scade domani (15 aprile 2020) per raccogliere adesioni di altri laboratori disponibili e adeguati. Nel Piano regionale, che sarà definito domani, saranno impegnati laboratori pubblici e privati e tutte le risorse disponibili. In queste ore, comunica l'Unità di Crisi, "si sta lavorando "a reperire tutte le forniture di laboratorio necessarie, a cominciare dai reagenti indispensabili per processare i tamponi, e oggi quasi scomparsi nel nostro Paese". Giovedì 16 aprile ci sarà il primo incontro tra task force e Associazione Costruttori, operatori balneari e della cantieristica per la definizione di un protocollo di sicurezza.
Come funziona il test sierologico
I test in questione sono quelli per la ricerca degli anticorpi IgM e IgG, che consentono di rilevare analizzando una goccia di sangue se un soggetto è entrato in contatto col coronavirus Sars-Cov-2; analogamente agli altri test di questo tipo, dall'esito è possibile anche capire il grado dell'infezione: è noto infatti che le IgM, le gammaglobuline (o immunoglobuline) M, vengono prodotte dall'organismo nella fase iniziale della risposta immunitaria, mentre quelle G fanno parte della risposta successiva e contribuiscono alla memoria immunitaria; un aumento delle M indicherebbe quindi che l'infezione è agli stadi iniziali, la presenza soltanto delle G che è invece stata superata.
Questi test sarebbero alla base anche della "patente di immunità" di cui si sta discutendo, ma allo stato attuale non sono stati validati per il coronavirus della pandemia; per questo motivo la Regione Campania ha vietato ai laboratori privati accreditati di effettuare i test sierologici.
I laboratori privati: "Autorizzare test sierologici per aiutare sanità pubblica"
Federlab Italia, Aspat, Anisap Campania e Confindustria Campania hanno replicato con una nota all'Unità di Crisi, chiedendo spiegazioni sul motivo per cui il privato accreditato è stato coinvolto in altre regioni italiane e non in Campania. "Non si comprende – prosegue la nota – come l’iniziativa annunciata da Federlab possa costituire “una seria minaccia per la compiuta osservanza delle disposizioni di contenimento e di distanziamento sociale adottati nella nostra regione, da ultimo con Ordinanza del Presidente n. 32 del 12 aprile u.s.”. In tutte le strutture aperte al pubblico sono state ovviamente adottate severe misure di sicurezza, rivolte sia agli operatori che all’utenza, rigorosamente orientate al rispetto di tutte le disposizioni di contenimento e distanziamento vigenti. E non potrebbe essere, del resto, altrimenti, salvo a voler interrompere ogni attività diagnostica sul territorio; la Regione, poi, dovrebbe però spiegare come garantire, in generale, questo servizio essenziale".
Autorizzare anche i laboratori privati, prosegue la nota, avrebbe significato sollevare di un peso le strutture pubbliche, già in affanno per l'emergenza, e in questa fase, in cui ci si prepara alla riapertura delle attività produttive, "le indagini sierologiche potrebbero essere strumenti decisivi per consentire alle imprese di riattivare le produzioni in sicurezza (o, in ogni caso, con minori rischi), sottoponendo il proprio personale ai test".
"Queste considerazioni – conclude la nota – ci indurrebbero a spostare la vicenda nelle aule di giustizia; riflettiamo ancora su questa eventualità poiché questo è il momento della sinergia, non delle divisioni, per il conseguimento di un obiettivo che è impossibile non percepire come comune. Ribadiamo la piena disponibilità a fare rete per la gestione dell’emergenza ed è francamente inspiegabile il motivo che, a tutt'oggi, spinge la Regione a non raccogliere tale disponibilità".