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Messaggi, video, pochi controlli: su Tik Tok sempre più video illegali di detenuti

TikTok, la piattaforma social che si basa sulla condivisione dei video, sta spopolando anche tra i giovani criminali: si è rivelata lo strumento più adatto tra quelli dei social network per veicolare messaggi, sfruttando l’impossibilità di ricerca per parole pronunciate e l’assenza di controlli stringenti delle forze dell’ordine.
A cura di Nico Falco
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Veloce, facile da utilizzare, e con un vantaggio fondamentale: è un'app ancora relativamente poco diffusa e, quindi, poco monitorata dalle forze dell'ordine. Per questi motivi Tik Tok, nato nel 2016 in Cina ma negli ultimi anni "esploso" anche in Italia, sta diventando in queste settimane il social network preferito anche da chi, oltre ad aver bisogno di comunicare, ha necessità di una certa riservatezza o almeno di non essere facilmente rintracciabile.

L'esigenza di nascondersi può sembrare un paradosso se poi si usa un social network da più di un miliardi di iscritti e oltre 40 milioni di utenti attivi al giorno, ma ci sono delle considerazioni da fare. Facebook ormai è da scartare, vista la massiccia presenza di istituzioni e anche di forze dell'ordine e la facilità con cui si possono monitorare i post, anche con una semplice ricerca interna per parole chiave. Instagram, il social network che invece si basa sulla condivisione delle immagini, poteva essere una alternativa (e lo è stata per qualche tempo) ma le fotografie sono un mezzo meno diretto per inviare un messaggio. Ed è così che il social network dei video, che ha trovato la sua fortuna tra i giovanissimi, ha fatto breccia anche nella malavita.

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Dimostrazione di questa tendenza sono i video girati nelle carceri italiani, spesso diffusi proprio tramite TikTok. Quelli delle proteste e delle ribellioni, ma anche quelli che mostrano l'utilizzo disinvolto dei telefonini dietro le sbarre, per riprendere le celle e anche gli altri detenuti, anche loro al telefono.

TikTok, è anche inutile chiarirlo, non ha nessuna responsabilità per l'utilizzo illecito da parte di alcuni utenti, ma gli strumenti che mette a disposizione si sono rivelati quelli più consoni per un certo tipo di comunicazione. Il video è diretto, è veloce, arriva subito al punto. Non racconta una situazione, la mostra. E i messaggi non sono intercettabili, se non quando i profili sono già monitorati: non esiste una ricerca che possa cogliere le parole pronunciate oltre che quelle scritte e una voce è ovviamente meno identificabile di un nome.

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