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Il suicidio di Tiziana Cantone

Tiziana Cantone, l’ex della ragazza sarà ascoltato dai magistrati dopo analisi su telefoni

Sergio Di Paolo dovrà spiegare agli inquirenti se sia stato in qualche modo coinvolto nella diffusione dei video prima e dopo il suicidio della ex, Tiziana Cantone.
A cura di Enrico Tata
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Sergio Di Paolo sarà ascoltato dagli inquirenti come persona informata dei fatti. La procura di Napoli sta aspettando gli esiti delle analisi sugli smartphone e poi convocherà l'ex fidanzato di Tiziana Cantone, la 31enne che si è tolta la vita lo scorso 13 settembre dopo la diffusione sul web di alcuni suoi video hard.

Obiettivo dei pm, che indagano per istigazione al suicidio, è capire chi, dopo la morte di Tiziana, abbia provato a far sparire i filmati dal web. Due le ipotesi: un tentativo di proteggere la reputazione della ragazza oppure qualcuno potrebbe aver cercato, invano, di cancellare delle prove. In particolare Di Paolo dovrà spiegare se sia stato in qualche modo coinvolto nella diffusione dei video prima e dopo il suicidio della ex. Come ricostruito dagli avvocati della famiglia Cantone, in rete sono presenti ancora oggi almeno cento indirizzi dove è possibile vedere i filmati girati con lo smartphone. Gli inquirenti cercheranno di stabilire come e chi abbia dato il via alla diffusione dei video subito diventati virali.  Secondo la madre di Tiziana c'è stata "regia dietro a tutte queste cose. Ho quasi la certezza su chi sia stato il regista. Ho riconosciuto i particolari dei posti dove sono stati girati quei video. Ho riconosciuto anche la voce, particolare, del suo compagno", ha detto nel corso della trasmissione ‘La Vita in Diretta.

Alle indagini stanno collaborando sia Apple, azienda produttrice del telefono di Tiziana, che Facebook. Secondo i giudici del tribunale di Napoli Nord il social network avrebbe dovuto rimuovere i filmati immediatamente dopo aver ricevuto richiesta da parte della ragazza e non aspettare, come invece è stato, un ordine esplicito del Garante della Privacy o di un giudice. "Non possiamo immaginare un filtro preventivo a tutto quello che viene postato sui social network o su siti. Si tratta di far sì che nel momento in cui un contenuto lesivo viene denunciato, anche dal segnalante, che questo contenuto venga rimosso o comunque oscurato", ha spiegato Antonello Soro, Garante della Privacy.

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