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Le origini del Quartiere Sanità tra sacralità e vitalità

Qui vi nacque Totò e qui si è fatta la storia di Napoli e dei napoletani. Tra teste coronate, eroine operaie e la voce del popolo, questo popolare rione della città è rinato dalle sue stesse ceneri e rappresenta la voglia di riscatto tutta partenopea.
A cura di Arianna Esposito
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La vita e la morte qui più che in ogni altro quartiere di Napoli sono stati da sempre due concetti fortemente intrecciati. Il quartiere Sanità di Napoli, famoso per avere dato i natali al grande Totò è però anche noto per essere stato adibito in passato a  luogo di sepoltura come testimoniano le catacombe di San Gennaro e San Gaudioso e il cimitero delle Fontanelle, adoperato anche per accogliere gli appestati. Dunque un luogo di risanamento, di rinascita, di vitalità mista a sacralità che ancora oggi nel quartiere si sente e si respira ad ogni passo ma vediamo nel dettaglio la storia di questo popolare quartiere della città e le sue origini.

Le Origini

Il quartiere Sanità si sviluppò urbanisticamente dal XVII secolo, a partire dalla costruzione della Basilica di Santa Maria della Sanità, diventando l'area prescelta da nobili e borghesi napoletani per le proprie dimore. Nel XVIII secolo le sue strade diventarono il percorso della famiglia reale dal centro della città alla Reggia di Capodimonte, ma il percorso non era proprio molto agevole e, quindi, come fare? Semplice: si pensò alla costruzione di un ponte.

Il Ponte della Sanità

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Il famoso Ponte della Sanità, che unisce Via Santa Teresa degli Scalzi con Corso Amedeo di Savoia, all'epoca si chiamava Ponte di Napoleone. I lavori per la sua costruzione cominciarono a inizio Ottocento con Giuseppe Bonaparte e continuarono con Gioacchino Murat. Il risultato in termini di viabilità fu notevole, ma di conseguenza il quartiere iniziò via via ad essere tagliato fuori dalla vita della città, pur facendone parte. Non furono poche infatti le conseguenze derivanti dalla costruzione del ponte che provocò in primis l’abbattimento del chiostro principale della Basilica di Santa Maria della Sanità e in seguito deturpò il chiostro minore.

Lenuccia e la resistenza

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Una volta terminati i lavori di costruzione del ponte nel 1809, il quartiere si isolò sempre più dalla vita cittadina, ma sviluppando allo stesso tempo un forte valore identitario. Non è un caso che durante le quattro giornate di Napoli del 1943, i tedeschi, costretti alla ritirata dalla sommossa popolare, decisero di minare il ponte per tagliare qualsiasi collegamento con la zona nord della città. A salvarlo dalla distruzione il 29 settembre fu Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia, un'operaia antifascista, alla quale è stato dedicato il ponte, che oggi porta il suo nome.

La Rinascita

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Oggi il quartiere Sanità è rinato a livello artistico, culturale e sociale. Grazie all'impegno dei cittadini e dei parroci della Basilica di Santa Maria della Sanità, la zona è diventata anche polo di attrazione turistica tra opere di Street Art, eccellenze gastronomiche e testimonianze storiche, è tappa d'obbligo per conoscere Napoli. D'altra parte come non rimanere incantati davanti lo splendore della scala monumentale di Palazzo dello Spagnuolo piuttosto che immergersi tra le storie delle "anime pezzentelle" del Cimitero delle Fontanelle o fare un salto nella Casa di Totò al civico 109 di Santa Maria Antesaecula? Insomma senza dubbio, il Quartiere Sanità è ritornato ad essere parte integrante e pulsante della città.

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