Tribunale di Santa Maria al collasso, la lettera a Renzi: “Rischiamo la paralisi”
Rischio paralisi per il Tribunale Santa Maria Capua Vetere (Caserta). La denuncia scatta dall'Ordine degli avvocati che lancia l'allarme sulla carenza ormai cronica di magistrati, personale amministrativo e processi da cui è afflitta la sede del Casertano. Una nota congiunta indirizzata al Premer Matteo Renzi e al Guardasigilli Andrea Orlando è stata firmata dai presidenti dell'Ordine degli avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere e della sottosezione dell'ANM Alessandro Diana e Marcello De Chiara. A fronte dell'emergenza che interessa il Tribunale viene chiesta "l'adozione di interventi immediati al fine di scongiurare la paralisi dell'attività giudiziaria".
A gettare nel caos la sede del tribunale del casertano – denuncia la nota – sarebbe l'apertura il 13 settembre 2013 del Tribunale di Napoli Nord, che ha sede sempre in provincia di Caserta, ad Aversa. "Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha conservato la competenza su tutti i procedimenti scaturenti da notizie di reato antecedenti al 13.09.2013, laddove la riduzione di magistrati e personale amministrativo è stata attuata con effetto immediato e senza alcuna gradualità; inoltre per le misure cautelari reale è competente sulle impugnazioni contro i provvedimenti emessi dal Tribunale e dalla Procura di Napoli Nord e ciò accade anche per le misure di prevenzione".Negli ultimi mesi la situazione è degenerata con un ammanco del 30% del personale amministrativo rispetto all'organico. Per far fronte all'emergenza il Presidente del Tribunale Maria Rosaria Cosentino è stata costretta a ricorrere a provvedimenti mai adottati prima, come la sospensione delle udienze penali dell'ex sezione distaccata di Aversa, il decreto sulle priorità degli affari penali, che prevede la trattazione non prioritaria dei procedimenti per reati che si prescrivono entro il dicembre 2017, e, infine, il decreto con il quale si dispone che le udienze penali non possano protrarsi oltre le ore 15. Motivo, l'esaurimento delle risorse per il lavoro straordinario del personale amministrativo.