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Truffe agli anziani, le vittime costrette a consegnare anche le fedi

Una donna di 88 anni, convinta dai truffatori che il figlio fosse trattenuto in caserma per un incidente, ha consegnato degli anelli d’oro ed è stata derubata da un girocollo. Nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza contro la banda si sente la vittima che si lamenta: “Sono povera, non ho niente”. Ma anche in questo caso i criminali non mostrano pietà.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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"Io non so niente, io sono povera, oh signore mio". Con un truffatore al telefono e l'altro di fronte, frastornata di chiacchiere e impaurita dai racconti, una donna di 88 anni cerca di spiegare ai due che non ha contanti da dare, che proprio non sa come ricavare quella somma che serve, secondo la storiella rifilata dai due, a far rilasciare il figlio. Ma i truffatori hanno una soluzione anche per questo: se non ci sono soldi, si possono dare gioielli in pegno. La fede va benissimo, ed è necessario consegnare anche un braccialetto che un'amica le ha lasciato in custodia: tanto si tratta solo di un pegno, sarebbe tutto ritornato. L'episodio fa parte di quelli contestati alla banda, collegata al clan Contini, specializzata nelle truffe agli anziani: 51 ordinanze per altrettanti truffatori, che hanno messo a segno colpi in tutta Italia.

La vittima è una donna di 88 anni, il modus operandi è sempre lo stesso: il telefonista che si finge carabiniere, avvocato o parente della signora, il complice che si presenta a casa per ritirare i soldi. L'anziana, però, non ha soldi in casa, così il truffatore le propone una soluzione. Un favore, una cortesia che hanno deciso di farle: possono prendere i gioielli in pegno, portarli a pignorare e ricavare i soldi necessari "per fare uscire suo figlio dalla caserma". Tanto, le dicono, poi ci penserà l'assicurazione e le verrà restituito tutto.

La signora tentenna, si lamenta. "Io sono povera", dice. Ma non si può perdere tempo, anche questa volta il ragazzo incaricato del ritiro "ha la moto messa male" e deve fare presto. La donna consegna gli anelli ma il truffatore vede che c'è anche un altro gioiello, un braccialetto d'oro. E vuole anche quello.

"Quello no", prova a opporsi la vittima. Non è suo, lo sta custodendo a un'amica. Ma la rassicurano: è solo per garanzia, non si deve preoccupare. "Ma quello che non è mio non lo posso dare", insiste ancora lei. Allora il telefonista taglia corto e si rivolge al complice: "Vedi di fare una finezza e te la mangi". Ovvero: inventa una scusa, falla allontanare e prendi anche quel braccialetto.  In questo modo il truffatore riesce ad arraffare tre anelli e un girocollo e, mentre il telefonista tiene bloccata l'88enne al telefono, si allontana con tutta calma.

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