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Covid 19

Tutti vogliono la mascherina anti-Coronavirus. Chi non ce l’ha non entra in alcuni supermercati

Le introvabili mascherine , prima barriera contro il rischio da contagio per Coronavirus, sono l’oggetto del desiderio a Napoli. Se ne trovano pochissime e a costi esorbitanti. Tuttavia alcuni supermercati iniziano a pretendere dai clienti che le indossino per consentirgli l’accesso agli scaffali: una pratica assolutamente illegale.
A cura di Redazione Napoli
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Senza mascherina non si entra al supermercato. Al Borgo di Santa Lucia a Napoli accade anche questo, nel supermarket Superò che è proprio a pochi passi dalla sede della Regione Campania, dove oggi alcuni clienti abituali si sono visti negare dai vigilantes l'accesso poiché sprovvisti del dispositivo di protezione individuale. Un comportamento assolutamente arbitrario, dettato o dalla mancata conoscenza delle regole o dal tentativo – maldestro – di limitare l'accesso alla clientela specialmente nelle ore di maggior afflusso, ovvero la mattina, verso mezzogiorno e verso le ore 18. Indossare la mascherina, ad oggi, non è obbligatorio. Lo è solo per i malati di Covid-19, per le persone in quarantena e per chi è a contatto con possibili positivi o con malati conclamati da Coronavirus.

Tuttavia la mascherina, chirurgica, la FFP2 con la valvola, o l'introvabile mascherina FFP3 è diventata l'oggetto del desiderio di tantissime persone. Vendute a prezzo vergognosamente alto da alcune farmacie e parafarmacie a Napoli e provincia, le maschere, considerate la prima barriera al virus, insieme al gel igienizzante e alla regola di lavarsi spesso le mani, in questi giorni così difficili stanno arrivando col contagocce lì dove servono davvero: negli ospedali, sui volti di medici, specializzandi, infermieri e operatori socio sanitari che spesso davvero combattono "a mani nude" contro un virus dall'alta capacità di contagio. Il rischio tuttavia è che gli esercizi commerciali pensino – pur non potendo per legge – di pretenderla sul volto dei clienti: è praticamente impossibile, ad oggi, garantire una diffusione del Dpi a tutti. 

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Per ora c'è una distribuzione ai Comuni di mascherine, destinate a Protezione civile, vigili urbani, tassisti. E c'è anche chi, generosamente, dona quelle che ha. La comunità cinese presente a Napoli più volte ha regalato mascherine e confezioni di gel igienizzante. Lo ha fatto anche ieri, regalandone circa tremila mascherine che verranno distribuite ai medici di base attraverso la Fimmg, il cui segretario generale, Silvestro Scotti che le ha subito ritirate, agli operatori sociali della citta' che stanno assistendo i tanti anziani e i senza fissa dimora nei dormitori e nelle mense della solidarietà, e alle piccole attività commerciali e botteghe attraverso le associazioni di categoria.

Alla SapNa, poi, la società della Città Metropolitana di Napoli che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, consegnate 5.000 mascherine Ffp2, regalo di una ditta cinese, la Aukey technology. I supporti di protezione personale saranno destinati agli operatori impegnati negli impianti di tritovagliatura rifiuti dell'area metropolitana e garantiranno loro maggiore sicurezza in un settore particolarmente delicato come quello dei rifiuti. La stessa frase stampata sui cartoni che contengono le mascherine indica con chiarezza lo spirito del gesto: "Siamo petali dello stesso fiore poiché solo se ci stringiamo nello stesso punto dell'infinito riusciamo ad essere qualcosa di meraviglioso".

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