Ucciso e seppellito dagli amici, condannato a 30 anni il baby boss Formicola
Trent'anni di carcere per il baby boss Gaetano Formicola e per suo cugino Giovanni Tabasco, ritenuti responsabili dell'omicidio di Vincenzo Amendola, avvenuto il 5 febbraio del 2016. E' questa la sentenza emessa dalla Corte di Assisi di Appello di Napoli per i due uomini, che in primo grado erano stati già condannati all'ergastolo. I due avevano confessato di recente le proprie colpe nella morte dell'allora amico Vincenzo Amendola, ammettendo anche di averlo attirato in una trappola. Gaetano Formicola, figlio del boss Antonio, ritenuto dagli inquirenti di spicco dell'omonimo clan, avrebbe dunque ucciso assieme al cugino Giovanni Tabasco il proprio amico per porre fine ad una voce che girava nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia orientale di Napoli, che voleva Vincenzo Amendola impegnato in una relazione clandestina con la madre del baby boss Gaetano e moglie di Antonio Formicola.
Dopo l'omicidio, avvenuto il 5 febbraio 2016, il corpo del giovane venne seppellito in un terreno del medesimo quartiere. A dare una svolta alle indagini fu Gaetano Nunziato, che temeva di fare la stessa fine di Vincenzo Amendola e che così venti giorni dopo il delitto decise di rivelare agli agenti della Questura dove fosse stato seppellito il corpo del giovane: sarebbe stato proprio lui ad attirare in trappola la vittima nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 2016. I due responsabili furono poi arrestati a Viterbo dopo poco più di un mese dai fatti accaduti a San Giovanni a Teduccio. Dopo che in primo grado il baby boss e suo cugino vennero condannati all'ergastolo, quest'oggi la corte d'appello ha deciso di infliggere ad entrambi una pena pari a trent'anni di carcere.