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Riti voodoo per far prostituire ragazzine: tre arresti nel casertano

Tre persone sono state arrestate a Castel Volturno, in provincia di Caserta, per riduzione e mantenimento in schiavitù nei confronti di tre donne, una delle quali minorenne. Le indagini partite proprio dalla denuncia della giovane, che dopo essere scappata al Nord Italia si è rivolta alla Polizia.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Tre persone sono state arrestate a Caserta per riduzione e mantenimento in schiavitù: le vittime dei tre, due donne ed un uomo, sono risultate essere una minorenne di origini nigeriane ed altre due ragazze straniere. Proprio la minorenne ha trovato la forza di denunciare i suoi aguzzini, facendo partire l'inchiesta che ha portato all'arresto di tutti e tre i responsabili.

I fatti risalgono al periodo che va dal novembre 2016 all'agosto 2017: le tre donne, tra cui la ragazza minorenne, erano arrivate dalla Nigeria in Italia e qua segretate da una delle donne arrestate nel proprio appartamento di Castel Volturno, nel casertano. La minorenne è stata messa così in stato di totale suggestione, anche psicologica: la sua "carceriera", infatti, le aveva addirittura praticato un rito vudù, per costringerla a prostituirsi assieme alle altre due ragazze. Inoltre, la donna non esitava ad usare minacce fisiche ed aggressioni vere e proprie: in un caso, addirittura, la minorenne ha rischiato anche di essere soffocata.

Oltre alla "madame" del vudù, c'erano anche altre due persone: l'uomo, che era il suo compagno, divideva con lei i proventi dello sfruttamento delle tre, mentre una seconda donna aveva il compito di "controllare" le vittime sul luogo dove erano costrette a prostituirsi, riferendo poi agli altri due sul comportamento delle ragazze ed intascando anch'essa una parte dei "profitti".

Le indagini sono partite proprio grazie alla denuncia della minorenne che era riuscita a trovare la forza di scappare dalla casa della donna di Castel Volturno e raggiungere il Nord Italia. Qui, ha raccontato poi la sua storia ai poliziotti, che si sono poi messi in contatto, per ovvie ragioni di competenza, con i loro colleghi casertani. Dopo pedinamenti, sopralluoghi e raccolta di prove, per i tre oggi è scattato il decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli per riduzione e mantenimento in schiavitù.

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