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Una tac svela cosa c’è nei calchi degli Scavi di Pompei

Denti perfettamente conservati, ossa danneggiate dal fluoro nelle acque vesuviane: l’analisi Tac dei calchi pompeiani svela particolari inediti e importantissimi sugli uomini di oltre 2.000 anni fa.
A cura di Redazione Napoli
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I calchi pompeiani sono celebri in tutto il mondo: gli uomini raggomitolati nell'ultimo tentativo di difesa dalla furia del Vesuvio (l'eruzione dell'anno 79 dopo Cristo) sono tra gli elementi più visitati e fotografati negli Scavi di Pompei. Ora, nell'ambito del cantiere di restauro simultaneo sulla quasi totalità dei calchi pompeiani (in totale 86), provenienti dai vari edifici dell'area archeologica e dai depositi della Soprintendenza, si avvia in questi giorni un'ulteriore fase di studio e approfondimento. Obiettivo: individuare età, patologie mediche, abitudini alimentari e stili di vita degli antichi pompeiani.

Scavi di Pompei, i risultati della Tac sui calchi

Le analisi con gli strumenti avanzati di indagine rivelano che nei calchi in gesso si nascondono salme di oltre 2mila anni, con ancora denti perfetti, frutto di un'alimentazione sana, con pochi zuccheri, ma in parte consumati dall'uso improprio di tagliare o spezzare oggetti con la forza delle mandibole. Altro elementi di non poco conto rilevato è ad esempio il danno subito dalle ossa dovuto all'eccessiva presenza di fluoro nelle falde acquifere vesuviane.

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