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Usura ai commercianti di Napoli e Caserta, tre indagati: tassi fino al 20% di interesse

Tre persone indagate tra Napoli e Caserta per il reato di usura in concorso: avrebbero prestato denaro ad almeno dieci persone diverse, tra privati e commercianti, dal 2015 ad oggi, con tassi di interesse del venti per cento. Dei tre, tutti incensurati, uno è stato sottoposto ai domiciliari, mentre per gli altri due è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Tre persone indagate per il reato di usura in concorso tra Napoli e Caserta: questo l'esito delle indagini condotte dalla Procura di Napoli Nord, che ha portato quest'oggi alle misure cautelari per i tre soggetti indagati. Uno di essi, il quarantatreenne P.A. e residente a Melito di Napoli, è stato raggiunto da un'ordinanza di arresti domiciliari, mentre per gli altri due indagati, residenti a Sant'Arpino e Casavatore, è scattato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I tre presunti usurai, raggiunti dai carabinieri di Marcianise (Caserta) nella mattinata di oggi, erano sotto indagine dopo la denuncia di un commerciante dello scorso settembre 2018. L'uomo aveva deciso di sporgere denuncia ai carabinieri, aprendo così una prima breccia nel muro di omertà che da sempre contraddistingue fatti di questo tipo. E così, a ritroso, le forze dell'ordine sono riuscite a risalire ad episodi che erano avvenuti perfino nel 2015, quando i tre indagati avrebbero prestato a tassi usurai del denaro ad almeno dieci vittime diverse, tra titolari di esercizi commerciali a semplici privati cittadini. Tassi usurai che, stando a quanto ricostruito dalle indagini delle forze dell'ordine, arrivavano fino al 20% di interesse. I tre indagati, risultati essere tutti cittadini italiani incensurati, sono stati così raggiunti questa mattina dai militari dell'arma del commissariato di Marcianise: i tre presunti strozzini risiedevano in altrettanti comuni diversi, tra Sant'Arpino, nel casertano, e Melito di Napoli e Casavatore, nel napoletano. Per i tre l'accusa è quella del reato di usura in concorso.

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