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Vendeva la figlia 13enne facendola prostituire: confermata la condanna per la madre

Con la donna condannato anche in appello un 63enne, accusato di aver abusato della minorenne. La vicenda è avvenuta a Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, ed è venuta alla luce nel 2016 dopo l’allarme lanciato dalla nonna dell’adolescente. La mamma a sua volte si prostituiva per sopravvivere.
A cura di Valerio Renzi
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I giudici della Corte d'Appello hanno confermato la condanna a 7 anni di carcere per una donna di 43 anni residente a Castel San Giorgio, comune in provincia di Salerno, accusata di aver venduto la figlia facendola prostituire. Tra i "clienti" anche un uomo di 63, amico di famiglia, che abusava della ragazzina che all'epoca dei fatti aveva solo 13 anni corrispondendo del denaro alla madre. L'uomo, di mestiere piastrellista, è stato condannato a 9 anni e 4 mesi: anche per lui confermata la condanna già inflittagli in primo grado per violenza sessuale su minore e sfruttamento della prostituzione.

Secondo quanto ricostruito nel corso dell'inchiesta e successivamente in aula, la madre dell'adolescente, si prostituiva regolarmente in casa e saltuariamente "offriva" ai suoi clienti anche la figlia per avere rapporti sessuali. La vicenda – maturata in un contesto di degrado e marginalità sociale, oltre che di grave deprivazione materiale – è venuta alla luce nel 2016 con l'arresto della madre e dell'uomo. L'inchiesta è scattata dopo la denuncia della nonna, che aveva cominciato a notare atteggiamenti anomali nel comportamento della nipote. I carabinieri cominciarono così a pedinare madre e figlia, registrando diversi rapporti sessuali consumati nella zona tra Castel San Giorgio e Roccapiemonte, facendo venire così alla luce la terribile vicenda.

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