1.372 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Vesuvio, il 18 marzo 1944 l’ultima eruzione del vulcano di Napoli

Il fenomeno eruttivo del Vesuvio ebbe inizio il 18 marzo del 1944 anni fa e durò quasi 10 giorni, fino al 29 marzo, seppellendo e devastando diversi comuni. 47 morti, 12 mila evacuati, gravissimi i danni ai Comuni di San Sebastiano, Massa, Nocera, Pagani e Terzigno. Fu l’ultimo pauroso risveglio del vulcano campano.
A cura di Angela Marino
1.372 CONDIVISIONI
Immagine

"Diciannove marzo: Oggi il Vesuvio ha eruttato. È stato lo spettacolo più maestoso e terribile che abbia mai visto. Ventidue marzo: Raggiunta San Sebastiano, sembrava incredibile che tutta quella gente potesse aver voluto vivere in tal posto". È la cronaca dell'ultima spaventosa eruzione del vulcano partenopeo registrata dall'allora direttore dell'Osservatorio Vesuviano Giuseppe Imbò. Quello del 18 marzo 1944, è considerato il più rilevante tra i recenti "risvegli" del gigante. Come si legge dai racconti dell'epoca nessuno si accorse delle prime avvisaglie dell'eruzione, nessuno volle forse darvi peso, dopo la semina di morte che erano stati i bombardamenti che avevano assillato e devastato la popolazione. I Napoletani erano in fase di ricostruzione dopo la liberazione dai Tedeschi e l'avvento degli Americani. C'era solo da ricominciare a mettere insieme le vite disintegrate dalla Seconda Guerra Mondiale e nessuno si aspettava che la minaccia questa volte arrivasse dal cuore della propria terra.

I primi giorni dei gennaio si era aperta una piccola lesione nel cratere del Vesuvio tanto che la lava aveva cominciato a fuoriuscire colando lungo i fianchi dell'imponente cratere. Passano diversi giorni, una decina, ma non succede niente. Il 18 marzo la colata lavica comincia la sua inarrestabile discesa verso i paesi vesuviani: prima Massa di Somma e San Sebastiano vengono divorati dalla lava. Non passano che poche ore e la terra inizia a tremare con ripetute e frequenti scosse sismiche. Il Vesuvio si è svegliato e comincia a sputare lingue di fiamme e di lava alte 2 chilometri, un spettacolo terrificante.

Se a nord la colata lavica pietrificava ogni fazzoletto di terra che incontrasse a sud arrivavano, trascinate dal vento, cenere lapilli e detriti. Tutta la zona tra  Angri, Scafati, Pagani e Nocera ne resta soffocata. Il 29 marzo è tutto finito. Napoli è stata risparmiata da quel devastante episodio eruttivo. Nell'hinterland tra i comuni di San Sebastiano, Massa, Nocera, Pagani e Terzigno, la popolazione piange 47 morti.

1.372 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views