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Vigilessa in scooter senza casco per le strade di Napoli

Una vigilessa senza casco in giro su uno scooter per le strade di Napoli: la foto è diventata subito virale. Lo scatto, di un passante, è stato inviato al consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che l’ha poi diffusa in Rete aggiungendo di aver già segnalato la targa al comandante Ciro Esposito per gli accertamenti del caso.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La vigilessa "immortalata" in uno scatto di un passante e pubblicato dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi).
La vigilessa "immortalata" in uno scatto di un passante e pubblicato dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Verdi).

Una vigilessa in forza alla Polizia Municipale di Napoli è stata immortalata mentre, seduta su uno scooter sul posto riservato al passeggero, gira per le strade del capoluogo partenopeo senza il casco. L'immagine, scattata da un passante, è stata inviata al consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che l'ha poi ripubblicata in Rete spiegando di aver segnalato il numero di targa del mezzo (oscurato in foto), al comandante della Polizia Municipale di Napoli, Ciro Esposito, "chiedendo tutti gli approfondimenti del caso". Ma in Rete è già scattata l'indignazione dei cittadini.

In molti, infatti, puntano il dito contro la vigilessa, che indossa una maglietta di quelle con la scritta "Polizia Municipale" sulla schiena in dotazione al corpo partenopeo, e sul cattivo esempio dato nell'immagine. Il codice della strada è severo in questi casi: il passeggero maggiorenne che si trovi a girare su un motorino senza casco rischia almeno 80 euro di multa e fino ad un massimo di 326 euro, mentre il guidatore può essere sanzionato di ben 5 punti dalla patente. Nei casi più gravi, può anche scattare il fermo del mezzo per 60 giorni, 90 in caso di altre violazioni compiute nei due anni precedenti. Ma esiste anche la possibilità di un ricorso: nel 2016, il Giudice di Pace di Napoli accolse il ricorso di alcuni guidatori sprovvisti di casco, i quali si opposero alla multe perché dimostrarono, con tanto di certificati medici, di non aver poter indossare il casco a causa di uno stato di forte depressione e stress psicofisico.

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