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Voto di scambio a Torre del Greco: la svolta nelle indagini grazie alle app che registrano le telefonate

L’inchiesta sul voto di scambio alle elezioni comunali di Torre del Greco che ha portato all’arresto di 14 persone, si basa su una mole impressionante di file audio registrati dal telefono di Simone Magliacano, il commercialista individuato come deus ex machina del disegno criminoso, grazie al cattivo funzionamento delle applicazioni per la registrazione delle telefonate installate sul suo smartphone. Gli inquirenti stanno analizzando oltre 73 mila file audio. L’inchiesta è tutt’altro che conclusa e potrebbe portare a nuovi imprevedibili sviluppi.
A cura di Antonio Musella
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Quando i Carabinieri di Torre del Greco hanno scoperto nella memoria dello smartphone di Simone Magliacano due cartelle contenenti 73.145 file si sono trovati davanti ad un vero e proprio "sistema". L'inchiesta "Elezioni libere" coordinata dalla Procura di Torre Annunziata è tutt'altro che conclusa, con la decisione della Corte di Cassazione che ha confermato gli indizi di colpevolezza per 13 dei 14 indagati si è chiuso un primo paragrafo dell'operazione, ma le attività di indagine sono intensissime e potrebbero portare a nuovi sviluppi coinvolgendo altri politici, imprenditori, camorristi e intermediari.

E' questo il quadro che emerge dalla vicenda del voto di scambio alle elezioni comunali di Torre del Greco del 2018, un'attività di indagini che trovò una prima svolta con la pubblicazione dell'inchiesta giornalistica di Fanpage.it che documentò il pagamento di 20 euro a voto all'esterno dei seggi elettorali nella città corallina il giorno delle consultazioni amministrative. Nel mirino degli investigatori finirono Simone Magliacano, commercialista molto noto che fu sottoposto agli arresti domiciliari, Stefano Abilitato, consigliere comunale eletto nella lista civica "Il Cittadino" anche lui agli arresti domiciliari, Simone Piccirillo consigliere comunale a cui fu notificato il divieto di dimora in Campania e Domenico Pesce,  ex presidente di UNICEF Napoli accusato di aver comprato voti in cambio di pacchi di generi di prima necessità, a cui fu notificato il divieto di dimora a Torre del Greco.

Il funzionamento delle app per registrare le telefonate

Il 25 giugno 2018, quando la polizia giudiziaria procede agli accertamenti della copia forense del telefono di Simone Magliacano si trova davanti a qualcosa di strano. Nella prima fase delle indagini, quella avviata prima della pubblicazione dell'inchiesta di Fanpage.it, gli inquirenti avevano analizzato solo gli sms in entrata e in uscita dal telefono del commercialista, accusato di aver comprato voti in cambio di promesse di assunzioni nel settore della raccolta dei rifiuti, per favorire l'elezione di Stefano Abilitato nella coalizione che sosteneva l'attuale Sindaco Giovanni Palomba, che risultò poi eletto al ballottaggio.

La seconda analisi dello smartphone, con sistema Android, porta alla scoperta di due cartelle, una denominata "Data file" e l'altra denominata "Audio". In queste cartelle sono stati trovati oltre 73 mila file audio, un numero impressionante. Magliacano aveva installato sul suo smartphone ben 7 applicazioni per registrare le telefonate, “Recorder” – “Recordings” – VoiceRecorder” “ToHCallRecord” – “CallRecorder” – “Callrecord” – “CallRecordings”, nella maggior parte dei file era presente solo la voce di Magliacano e non quella dell'interlocutore. Ma il cattivo funzionamento di alcune delle app, che probabilmente entravano in funzione tutte 7 contemporaneamente ad ogni telefonata fatta o ricevuta da Magliacano, faceva continuare la registrazione fino a 30 minuti dopo la fine delle telefonate. In questo modo lo smartphone diventava una sorta di microspia ambientale e registrava tutte le conversazioni che Magliacano avviava subito dopo le sue telefonate che venivano poi salvate nelle due cartelle sulla memoria dell'apparecchio.

Il proprietario dello smartphone era ovviamente all'oscuro di questo bug che ha permesso l'accumulo di una serie importantissima di elementi per definire non solo lo scenario in cui si è svolta la campagna elettorale per le comunali di Torre del Greco, ma anche i rapporti con una miriade di soggetti intrapresi dal Magliacano per agevolare il suo candidato Stefano Abilitato e per condizionare in ogni modo l'operato dell'amministrazione del Sindaco Palomba.

La capillare rete di affari di Magliacano

Mentre gli inquirenti concentreranno gli sforzi per riannodare tutti i fili e i possibili sviluppi dei 73 mila file audio, tantissimi sono gli elementi che definiscono la rete di interessi di Simone Magliacano. Il commercialista, per sua ammissione, gestiva i tirocini di "Garanzia Giovani" decidendo le persone che li avrebbero svolti presso alcune aziende del territorio, questo grazie a consolidati rapporti funzionari dell'agenzia interinale Dadif che curava una parte dell'avvio dei tirocini.

Proprio i tirocini di "Garanzia giovani" erano uno degli strumenti per l'acquisizione di consenso elettorale da riversare su Stefano Abilitato e sulla coalizione di Giovanni Palomba. Tra le persone "segnalate" da Magliacano anche un tale Aurelio, figlio di un appartenente agli scissionisti del clan Falanga di Torre del Greco, come si evince dall'intercettazione ambientale tra Magliacano e un uomo non ancora identificato. Proprio questa è una delle registrazioni ottenute grazie al prosieguo delle attività delle applicazioni di registrazione delle telefonate sullo smartphone del commercialista che hanno trasformato il suo telefono in una microspia ambientale.

Altro settore al centro delle attività di voto di scambio, secondo gli inquirenti, sono le assunzioni nella raccolta dei rifiuti. In una delle intercettazioni ambientali captate dal suo telefono, si evince come Magliacano prima delle elezioni avesse rapporti stretti con il Consorzio Gema che all'epoca gestiva la raccolta dei rifiuti nella città corallina. Cene, incontri e pranzi di lavori raccontati dallo stesso Magliacano ai suoi dipendenti, ignaro che il suo smartphone stesse registrando ogni conversazione.

Il "sistema Magliacano" pronto ad ogni elezione

Le indagini ora si concentreranno sui rapporti politici che facevano riferimento a Simone Magliacano e che travalicano i confini di Torre del Greco. A più riprese infatti, nelle migliaia di intercettazioni ascoltate dai Carabinieri, Magliacano fa esplicito riferimento non solo al suo potere di influenza su diverse amministrazioni ("Se mi scoccio io non cade solo il Comune di Torre ma cade tutto"), ma anche sugli obiettivi della consorteria.

Emblematiche sono le conversazioni con un candidato al consiglio comunale di Boscoreale con Fratelli d'Italia che si affida a Magliacano per ottenere anche lui dei posti per tirocini a suoi potenziali elettori nel progetto "Fila". I due via chat di whatsapp parlano apertamente di come darsi sostegno reciproco alle elezioni amministrative dei due Comuni sfruttando le influenze di Magliacano. Ma in particolar modo nelle conversazioni con Mimmo Pesce, ex presidente provinciale dell'UNICEF, recentemente espulso dall'organizzazione umanitaria, emerge come gli obiettivi successivi sarebbero state le elezioni regionali del 2021.

Lo stesso Pesce sembra essersi interessato alle elezioni politiche del 2018 dove ha chiesto esplicitamente un supporto a Simone Magliacano il quale fece capire di essere concentrato sulle elezioni amministrative e sulla possibilità di essere nominato assessore al bilancio del Comune di Torre del Greco.  Così mentre Abilitato doveva essere semplicemente lo strumento con cui Magliacano avrebbe riversato i voti alla coalizione di Giovanni Palomba, Pesce, accusato di compra vendita di voti attraverso la cessione di generi di prima necessità, si configurerebbe come un pari di Magliacano, intento a trovare le possibili occasioni politiche in cui inserirsi. L'inchiesta dunque si appresa a fornire nuovi inquietanti sviluppi a partire dai contenuti dei 73 mila file audio che, a sua insaputa, Magliacano ha archiviato.

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