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Perché Renzi ha tentato di evitare le primarie tra Cozzolino e De Luca

Il Nazareno ha tentato (finora invano) di impedire la corsa a due per la candidatura a Governatore della Campania. Cozzolino e De Luca non sono né “nuovi” né “renziani”: in campo Enzo Cuomo? L’incubo di un remake del caos delle Amministrative di Napoli nel 2011.
A cura di Carlo Tarallo
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In Campania anche la più elementare delle regole del “nuovo” Partito Democratico di Matteo Renzi, ovvero la selezione della classe dirigente attraverso le primarie, può diventare un problema. Anzi, un incubo: è per questo che, seppure in corsa per la candidatura a presidente della Regione ci sono già tre autorevoli esponenti del Pd, dalle parti del Nazareno si è tentato in ogni modo di evitare la famigerata “conta” tra Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino (Angelica Saggese parte sfavoritissima dai pronostici). Tra improbabili “papabili romani” calati dall’alto per scongiurare le primarie e altrettanto improbabili intese con Ncd in grado di scombussolare il quadro, la situazione si è ingarbugliata e ormai sembra proprio inevitabile affidare ai gazebo la scelta dello sfidante del Governatore uscente, Stefano Caldoro.

Cuomo in campo per i renziani? – I renziani, quindi, salvo imprevisti dell’ultimo minuto si affideranno al “piano B”: mettere in campo un candidato che possa sfidare De Luca e Cozzolino con possibilità concrete di spuntarla. Un nome che sia in grado di far convergere non solo le correnti rimaste fino ad ora alla finestra, ovvero dalemiani, picierno-boys e ex popolari, ma anche di “sganciare” da Cozzolino e De Luca quelli, tra i notabili renziani, che si sono già accordati con l’europarlamentare o con il sindaco di Salerno. In queste ore crescono a dismisura le quotazioni del senatore Pd Vincenzo Cuomo, ex popolare, ex sindaco di Portici e sostenitore di Matteo Renzi alle primarie contro Gianni Cuperlo. Su Cuomo potrebbe convergere anche la componente che fa capo a Mario Casillo, inizialmente schierata con De Luca.

Perché Renzi non vuole Cozzolino e De Luca – Ma per quale motivo Matteo Renzi e il suo braccio destro Lorenzo Guerini hanno messo in campo (maldestramente in verità, visti i risultati) ogni sforzo per evitare la sfida tra De Luca e Cozzolino? Alla domanda precisa, le fonti vicine al Nazareno forniscono risposte altrettanto precise. Sono due gli aspetti che preoccupano il premier: uno “politico” e uno “pratico”.

Da Bassolino e Bruxelles, la lunga carriera del “giovane turco” – Quello politico riguarda la natura stessa della leadership di Matteo Renzi, tutta improntata (almeno nella fase iniziale) alla “rottamazione” e al conseguente rinnovamento di volti e candidati. In questo senso, Cozzolino e De Luca sono tutto tranne che nuovi. Cozzolino ha alle spalle una lunga carriera politica ed è a tutti gli effetti un prodotto del bassolinismo. Il suo profilo non ha nulla a che spartire con il “renzianesimo ortdosso”: del resto, anche dal punto di vista pratico, Cozzolino appartiene a una corrente diversa da quella del premier: è un “giovane turco” e alle primarie che hanno incoronato l’attuale segretario del Pd sostenne Cuperlo.

De Luca: renziano o bersaniano? Deluchiano! – Discorso molto simile per Vincenzo De Luca: una lunga carriera politica alle spalle, il sindaco di Salerno ha sul groppone la “macchia” della sconfitta contro Caldoro di 5 anni fa. Volto tutt’altro che sconosciuto, De Luca è l’opposto del candidato ideale renziano, eppure sostenne alle ultime primarie per la scelta del segretario nazionale del partito proprio Renzi. Dal punto di vista “pratico”, non può essere considerato altro che “deluchiano”: da esponente meridionale del Pd tra i più vicini a Pierluigi Bersani, è passato a sostenere Renzi dal quale però è stato tenuto fuori dal governo.

L’incubo del caos di Napoli 2011 – Dunque, né Cozzolino né De Luca garantiscono a Matteo Renzi la “fedeltà” al premier e non sono volti nuovi. Non solo: al Nazareno tremano all’idea di un remake della tragicommedia del 2011, quando le primarie per la scelta del candidato a sindaco di Napoli videro proprio Cozzolino prevalere, a sorpresa, su Umberto Ranieri. Tra accuse di brogli, veleni, proteste e trabocchetti sappiamo come finì: Cozzolino non fu candidato e il Pd scelse il prefetto Mario Morcone, che non raggiunse nemmeno il ballottaggio. L’incubo peggiore del Nazareno è appunto un replay. Che consegnerebbe ancora una volta la Campania al centrodestra in barba a tutti i pronostici.

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