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Opinioni

Scampia, ancora in piedi la prima Vela che doveva essere abbattuta entro l’estate

Nonostante la promessa di Luigi de Magistris a Scampia è tutto come prima. Il sindaco se la prende con la Regione Campania. Il presidente della Municipalità Paipais: “Fu un annuncio affrettato era impossibile la demolizione in così breve tempo”. La storia infinita continua: i tre monumenti al degrado dell’area Nord che fine faranno?
A cura di Claudia Procentese
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L’annuncio non lasciava spazio ad interpretazioni. Chiaro, conciso, senza sbavature. Un laconico sindaco, durante un’intervista riportata anche dalla web tv del Comune di Napoli e datata 7 marzo 2017, annunciava: «Vogliamo cantierizzare in primavera, abbattere la prima Vela d’estate, svuotare la seconda a fine anno, quindi procedere all’abbattimento di tre Vele, un’altra che rimane su sarà sede di uffici istituzionali e poi tutto il progetto di rigenerazione urbana». L’estate è finita, a Scampia il relitto di pietra che per primo doveva essere abbattuto, la Vela Verde, è sempre lì e il presidente dell’ottava Municipalità, Apostolos Paipais, non ci sta a far passare sottobanco il palese ritardo in mezzo all’iter di bandi, gare e appalti. «Di cui non sappiamo nulla se non quello che leggiamo sui giornali» sbotta Paipais e spiega: «Subito dopo l’annuncio del sindaco Luigi de Magistris chiesi ragguagli tecnici, visto che sono anche ingegnere. Senza un progetto esecutivo come si fa a dire con certezza che si riuscirà a buttare giù una Vela entro l’estate? Un’altra domanda fu: possiamo avere un cronoprogramma ufficiale dell’abbattimento Vele con relativo piano abitativo e di riqualificazione dell’intero lotto M? Domande semplici a cui non avemmo e non abbiamo avuto ancora risposta, eppure come municipalità siamo l’ente istituzionale più vicino ai cittadini che vengono nei nostri uffici per sapere, informarsi, protestare, pure su questioni non di nostra competenza».

Risale al 6 marzo scorso la firma della convenzione con la presidenza del Consiglio dei Ministri per il progetto “Restart Scampia” che prevede la demolizione delle Vele A, C e D (Rossa, Gialla e Verde) e la rifunzionalizzazione della Vela B (Celeste). Sono 18 i milioni di euro messi a disposizione dal Governo Renzi nell’ambito del bando nazionale per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle Città metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia, 9 invece quelli stanziati dal Comune attraverso il Pon Metro. «Veniamo messi continuamente da parte, allora che senso hanno di esistere i municipi senza voce in capitolo su nulla e senza autonomia economica? – continua il leader della maxi-circoscrizione dell’area cittadina a nord di Napoli che proviene da un’altra periferia, quella est di Ponticelli -. Conosco bene disagi e difficoltà delle aree periferiche e i deficit di intervento. È da un anno che cerchiamo il confronto diretto con il sindaco e i suoi assessori, dal momento che ci troviamo di fronte ad un passaggio storico per questo territorio e non possiamo esserne esclusi, proprio noi che qui battagliamo in prima linea e quotidianamente per garantire una faticosa normalità. Il primo cittadino si lamenta spesso della mancanza di dialogo con Governo e Regione, che comunque stanno dando una mano al progetto, attacca le istituzioni “superiori”, ma poi si comporta nella stessa maniera, da lui denunciata, con le “sue” municipalità, cioè ignorandole. Riconosco il mio sindaco, al di là dei colori politici, ma i fatti dicono che l’ottava municipalità ad oggi non ha documenti ufficiali che rendano noto quando e come andranno giù le Vele».

E le istituzioni “superiori” si fanno sentire. Botta e risposta a distanza tra il ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, che durante la recente Festa dell’Unità ad Imola ha lamentato il ritardo sul programma Vele, e il sindaco de Magistris. Quest’ultimo – durante la settimanale intervista live sulla pagina Facebook di Repubblica Napoli  – ha giustificato il rallentamento dei lavori con la lentezza della Regione Campania di Vincenzo De Luca: «Da parte del Comune non c’è stato alcun ritardo. Il nostro cronoprogramma di impegni è legato ai bandi, l’ultimo dei quali sarà pronto il 31 ottobre. Il ritardo che ha fatto slittare oggettivamente l’abbattimento della prima Vela è dovuto al bando regionale per l’assegnazione dei residui alloggi sostitutivi che è partito soltanto a giugno, noi non possiamo abbattere se non spostiamo prima le famiglie, non possiamo sgomberarle e metterle in mezzo ad una strada. Rassicuro il ministro sul fatto che non solo il Comune non è in ritardo, ma continuiamo a fare in modo che entro Natale si proceda con l’abbattimento della prima Vela, quindi soltanto qualche settimana di ritardo perché l’obiettivo era settembre». Calendari, tabelle di marcia, scadenze che si intrecciano, accavallano, spostano, in una memoria storica fatta di date, visioni e aspettative.

Nel frattempo Paipais segnala, cataloga, archivia. «Ci dobbiamo tutelare – dice -, perché non vorrei che se il processo resta incompiuto o viene mal gestito, se i soldi si perdono o vengono spesi male, una mattina qualcuno si svegli dalla Procura o altrove e chieda a noi ragione delle prassi seguite. Per questo ogni volta in Consiglio produciamo atti, protocolliamo, conserviamo, abbiamo scritto anche al premier Paolo Gentiloni e al presidente dell’Anac Raffaele Cantone, chiedendo formalmente l’istituzione di una commissione di vigilanza sulla correttezza delle procedure adottate, visto che milioni di euro pioveranno su questo quartiere. Un tavolo operativo che monitori lo stato di avanzamento dei lavori, dai bandi ai compensi. Nessuno finora ci ha ascoltati».

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