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Si uccide a 25 anni lanciandosi dal settimo piano: “Non ho lavoro, non ce la faccio più”

Il giovane si è lanciato dal settimo piano di un edificio in via Roma a Pomigliano d’Arco, popoloso comune operaio nel Napoletano. Nella lettera alla madre le ragioni del gesto disperato: “Non ho lavoro, non ce la faccio più. Devo farla finita”.
A cura di An. Mar.
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Via Roma, Pomigliano. Foto di Antonio Calabrese
Via Roma, Pomigliano. Foto di Antonio Calabrese

Tragedia nel Napoletano: un giovane disoccupato di venticinque anni si è tolto la vita lanciandosi dal balcone. Il drammatico episodio è avvenuto a Pomigliano d'Arco, nelle prime ore del pomeriggio, in uno stabile ubicato a pochi passi dalla fermata della ferrovia Circumvesuviana. Il ragazzo si è lanciato dal balcone del settimo piano di un edificio della centrale via Roma. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine, che hanno provveduto ad eseguire i primi rilievi del caso e ad allontanare la folla che si era raccolta dopo il terribile episodio.

Sul posto anche l'ambulanza del 118, anche se i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso del giovane. Gennaro Faraco – questo il nome della vittima – era attualmente disoccupato. Una lettera di addio indirizzata dal giovane a sua madre, rivela che sarebbe proprio questa condizione ad averlo indotto a togliersi la vita. "Non ho lavoro, non ce la faccio più. Devo farla finita" si legge nel biglietto lasciato dal venticinquenne. A quanto si apprende, il 25enne avrebbe dovuto provvedere a parte del sostentamento della madre, cinquantenne casalinga. La frustrazione alla base dell'impossibilità di un impiego capace di arginare le preoccupazioni economiche è stata troppo forte. Di qui, il disperato gesto.

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