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A Cappella Cangiani nasce la Casa dell’Accoglienza per i senzatetto

Inaugurata dal Cardinale Crescenzio Sepe: “Dobbiamo essere vicini agli ultimi, i senza dimora non hanno casa ed è giusto quindi dare loro un tetto, adesso che ce n’è più bisogno”. La struttura sarà gestita dalla cooperativa sociale “Accoglienza Vincenziana” e all’Associazione “Giovani per San Vincenzo”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Nasce a Cappella Cangiani, al Rione Alto, la “Casa Accoglienza” per i senzatetto di Napoli. Il centro pensato per aiutare chi ha più bisogno ed è maggiormente in difficoltà in questo periodo per il Coronavirus, è stato inaugurato ieri dal Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. La struttura si aggiungerà alle altre del territorio che già offrono assistenza e riparo ai senza fissa dimora, i quali nel capoluogo partenopeo sono circa 2mila. Qui troveranno biancheria pulita da camera, abbigliamento, vitto e alloggio, e anche assistenza sanitaria. All'interno della struttura tutti gli ospiti dovranno rispettare le norme anti-contagio previste dalle norme per il Coronavirus, a tutela della salute sia degli ospiti che del personale volontario che offre loro assistenza.

Casa di Accoglienza, gestita da coop e volontari

La Casa Accoglienza di Cappella Cangiani sorge in una struttura messa a disposizione dai Padri Gesuiti in comodato d'uso, che sarà gestita dalla Coop sociale “Accoglienza Vincenziana”, con Suor Giovanna, e all’Associazione “Giovani per San Vincenzo”, con il presidente Luigi Carbone. Era stato proprio Papa Francesco, negli scorsi giorni, a chiedere a tutti i fedeli di lavorare per una Chiesa dell'accoglienza, soprattutto verso chi ha più bisogni, come i senzatetto. “Abbiamo voluto dare una casa ai più poveri tra i poveri – spiega il cardinale Sepe – perché sono quelli che più stanno soffrendo. In questo periodo dove l'invito a tutti è quello a restare a casa, infatti, i senzatetto che non hanno casa spesso non sanno dove andare. Abbiamo voluto questa struttura perché potessero stare in una casa nel rispetto delle norme, sottraendosi al pericolo di contagio”.

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