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A Fuorigrotta protesta dei comitati contro l’antenna 5G: i vigili bloccano l’installazione

Proteste per il montaggio di un ripetitore 5G in via Testa a Fuorigrotta, in piena emergenza Coronavirus. Comitati e associazioni di residenti hanno chiamato la Polizia Locale che ha sospeso l’installazione dell’antenna. Il quartiere occidentale di Napoli è quello col maggior numero di impianti in città, ben 52 su 714. Negli scorsi giorni la Mostra d’Oltremare ha fatto smontare l’antenna sui piloni di Cavalleggeri.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Comitati civici e associazioni di residenti protestano contro l'installazione di un'antenna 5G in via Testa a Fuorigrotta. Sul posto è intervenuta anche la Polizia Municipale che ha sospeso al momento l'installazione. Il blocco dei cantieri e delle attività produttive per il Coronavirus, disposto dai decreti del Governo, infatti, non ha riguardato le installazioni di antenne 5G a Napoli, che sono considerate strategiche per lo sviluppo del Paese. Agli uffici tecnici del Comune tra marzo e aprile sono arrivate nuove richieste da parte dei gestori per il montaggio di ripetitori telefonici. Negli scorsi mesi, sempre a Fuorigrotta, le associazioni erano scese in strada contro la torre del 5G sui piloni della Mostra d'Oltremare a Cavalleggeri d'Aosta. L'ente fieristico in questi giorni ha smontato l'impianto.

Fuorigrotta è il quartiere con il maggior numero di antenne

Il quartiere dell'area occidentale di Napoli, infatti, è quello che conta una maggiore presenza di ripetitori in città: ben 52 installazioni su 714, alle quali si aggiungono altre 173 microcelle. Una selva di antenne montate sui tetti di palazzi, hotel, stazioni della metropolitana, cavalcavia, viadotti e ponti della Tangenziale e anche sulle chiese. Anche sullo stadio San Paolo ce ne sono tre. Negli scorsi mesi, la X Municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta aveva lanciato un appello al Comune a fermare le installazioni sul territorio nell'attesa dell'aggiornamento del piano regolatore comunale delle antenne, che a Napoli è vecchio di 17 anni. Il Regolamento per la “disciplina delle procedure per le installazioni e la modifica degli impianti radioelettrici operanti fra le frequenze di 100kHz e 300 Ghz”, infatti, fu approvato nel lontano 2003. Poi impugnato al Tar Campania dalle compagnie telefoniche e in parte annullato nel 2006. Il Comune avrebbe dovuto aggiornarlo dopo la sentenza del Consiglio di Stato, ma non l'ha ancora fatto.

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