A Mondragone rappresaglie contro i bulgari: nella notte incendiati due veicoli nella zona rossa
Un primo intervento dei Vigili del Fuoco a Mondragone in via Pescara, un altro, poco dopo, in via Cavalieri di Vittorio Veneto. Uno a ridosso dell'area ex Cirio, l'altro a un paio di chilometri. Ma entrambi per lo stesso motivo: veicolo con targa dell'Est Europa andato a fuoco e non per cause accidentali. L'ipotesi è che siano state usate delle bottiglie incendiarie. In altre parole: rappresaglie contro gli stranieri, che nei giorni scorsi erano stati accusati di avere portato il coronavirus nella cittadina del Casertano.
Quello che è successo nella notte a Mondragone potrebbe essere lo strascico dei disordini che ci sono stati nella giornata di ieri, 25 giugno, quando una manifestazione di protesta dei cittadini si è trasformata in una caccia allo straniero: i palazzoni ex Cirio, zona rossa Covid-19 da lunedì, sono stati assediati, c'è stato il lancio di oggetti da e verso i balconi e sono state danneggiate le automobili parcheggiate a ridosso degli edifici. La rabbia scatenata da una manifestazione che c'era stata poche ore prima: decine di occupanti, sottoposti all'isolamento domiciliare, erano usciti dalle case violando la zona rossa.
Tensioni ci sono state anche in Comune, dove il sindaco, Virgilio Pacifico, si è rifiutato di parlare in presenza della cronista Mary Liguori, accusando la redazione del Mattino di avere fatto titoli denigratori. Il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Ottavio Lucarelli, ha manifestato solidarietà alla giornalista e alla redazione di Caserta del quotidiano "dopo l'attacco scomposto del sindaco di Mondragone che in un momento così delicato ha trovato il modo di ostacolare il diritto di informazione garantito dalla Costituzione denigrando un'intera redazione impegnata ogni giorno sul territorio".
I Vigili del Fuoco sono intervenuti intorno alle 2 in via Pescara, che è ai limiti della zona rossa, per l'incendio di un furgoncino di proprietà di un bulgaro; poco dopo, stessa scena in via Collodi, traversa di Cavalieri di Vittorio Veneto: a fuoco un furgoncino, appartenente a un rumeno, che era parcheggiato accanto a un'abitazione.
Nella zona rossa di Mondragone i contagi sono saliti a 43, restano ancora pochi tamponi da analizzare sui circa 700 effettuati agli occupanti delle palazzine ex Cirio, dove oltre a una folta comunità di bulgari vivono anche circa 300 italiani e persone provenienti da Africa, Sud America ed Est Europa. Da oggi parte lo screening coi tamponi, per verificare eventuali contagi anche al di fuori del comprensorio di edifici popolari, e dall'esito dei test dipenderanno le prossime mosse della Regione Campania: se i nuovi positivi dovessero essere troppi, l'intera Mondragone diventerà zona rossa.
È proprio l'ipotesi della chiusura alla base delle tensioni che si sono registrate nella giornata di ieri. Dopo tre mesi di lockdown la comunità di Mondragone confidava nel periodo estivo per una ripresa dell'economia, possibilità che potrebbe sfumare nel caso si dovesse intervenire con una nuova chiusura; a questo si aggiunge la situazione mai risolta dei palazzi ex Cirio, occupati da stranieri e abbandonati al degrado: il coronavirus ha nei fatti innescato una bomba sociale che era da anni nel pieno centro di Mondragone.
L'Oms: "Focolai attesi e inevitabili, niente preoccupazione"
I nuovi focolai che sono scoppiati in questi giorni in Italia, tra qui quelli di Mondragone e di Bologna, erano "attesi e inevitabili", ma il sistema sta reggendo. Lo ha detto al programma Agorà su Rai3 Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Organizzazione mondiale della Sanità. "Non c'è preoccupazione – ha spiegato Guerra – perché è tutto ampiamente atteso. Entrambi i focolai sono stati identificati immediatamente e circoscritti, quindi il sistema messo in atto tiene. È inevitabile che ci siano focolai in giro per l'Italia e per l'Europa".