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Opinioni

Alberi crollati a Napoli, l’agronomo: “Sbagliate potature, non è solo colpa del maltempo”

L’agronomo Giuseppe Esposito, consulente micologo dell’Asl Na 1: “Piantumazioni errate. Molti alberi sono stati messi a dimora senza avere terreno sufficiente per la crescita. Le radici sono costrette a farsi largo nell’asfalto. Gli alberi alti non sono adeguati per Napoli. Le scelte giuste? Le palme di via Marina e gli ulivi dell’Aeroporto. Il Comune, poi, dovrebbe eseguire le potature in due periodi all’anno, primavera e inverno, ma spesso non lo fa”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Gli alberi di Napoli stanno crollando? Non è solo colpa del maltempo, ma ci sono ragioni molteplici. Assenza di una manutenzione periodica del verde, ma anche piantumazioni sbagliate, avvenute in modo errato negli anni passati, con la scelta di tipologie di piante non idonee alla città o il poco terreno a disposizione per lo sviluppo delle radici delle piante, costrette poi a trovare spazio da sole, facendosi largo nell'asfalto e sollevando le strade, come accaduto in via Posillipo, via Manzoni, viale Virgilio ed anche in via Luca Giordano”.

Non ha dubbi Giuseppe Esposito, agronomo e consulente Micologo dell'Asl Napoli 1. Tra le sue attività in questi anni tante perizie su alberi caduti sia su suolo pubblico che privato, nonché la piantumazione delle palme Washingtonia in via Marina.

A Napoli, in queste ore, si contano decine di crolli di alberi, perché?

L'agronomo Giuseppe Esposito
L'agronomo Giuseppe Esposito

“Oltre al maltempo, i fattori possono essere tanti, come detto, ma va fatta una riflessione a monte. Nei Paesi del Nord Europa, per esempio, ci sono intere foreste di alberi ad alto fusto, ma è rarissimo che qualcuno si sradichi per il forte vento. Quindi, per i crolli di Napoli, molto probabilmente la causa è proprio l'ambiente urbano. I cedimenti spesso sono dovuti anche ad errori fatti in passato, quando è stato piantato l'albero”.

Perché?

“Capita spesso purtroppo di constatare che quando l'albero è stato messo a dimora la prima volta, la procedura non sia stata eseguita correttamente, ma in modo veloce e con materiali di scarsa qualità, per ottimizzare i costi e massimizzare i profitti. Se non crei una camera sotterranea con abbastanza terreno per lo sviluppo delle radici della pianta, questa nel crescere inevitabilmente deformerà la strada con le radici. Perché ha bisogno di spazio. In via Luca Giordano, per esempio, i platani, che sono alberi di fusto alto, nel loro sviluppo hanno sollevato la pavimentazione. Le radici crescono per sostenere il fusto, creando dei cordoni di ancoraggio che a volte escono anche in superficie, perché l'asfalto ne blocca la crescita naturale nel sottosuolo. Anche a via Posillipo i pini tagliati avevano deformato il manto stradale. Ci sono anche casi limite, come dove sono state piantate delle acacie e la buca è stata richiusa con cordoli di basalto, è chiaro che l'albero va in sofferenza”.

Ci sono esempi positivi?

“All'Aeroporto di Capodichino, sono stati piantati ulivi ornamentali circondati da aiuole meravigliose e ben tenute. Le piante a basso fusto si possono manutenere facilmente in ambito urbano. Lo spazio per la messa a dimora è stato sufficiente. Un altro problema che causa la caduta degli alberi, infatti, è a monte”.

Quale?

“Nella scelta del tipo di albero da piantare. A Napoli, come risulta dall'ultimo censimento, in molte strade sono stati scelti alberi ad alto fusto: acacie, cedri, pini, platani, che col tempo diventano enormi e sono molto difficili da manutenere come arredo urbano. Questa scelta, infatti, in molte città europee è stata abbandonata. È più facile curare un ligustro, che è un alberello ornamentale a crescita contenuta, che un cedro o un pino che possono raggiungere i 20-25 metri di altezza. Anche la disponibilità di attrezzature e i costi sono diversi. Nel primo caso occorrono cestelli elevatori e squadre numerose. Nel secondo basta uno scaletto e pochi operai specializzati. Il parco a verde di Napoli andrebbe rivisto e cambiato, questo renderebbe anche molto più economica la cura del verde”.

Quali sono i maggiori errori nella cura del verde?

“C'è sicuramente un problema di manutenzione ordinaria che non viene eseguita periodicamente, come dovrebbe. Durante l'anno bisognerebbe programmare interventi di potatura mirati, per cercare di contenere la crescita in altezza delle piante e rendere, dove possibile, armoniosa la chioma. Spesso gli alberi cadono perché sono squilibrati. Se un pino o un cedro viene piantato in prossimità di un palazzo o in un cortile di un condominio, da un lato troverà l'edificio ad ostacolare la sua crescita, perché lo priverà di luce. Lo si nota in via Luca Giordano al Vomero, dove gli alberi sono tutti piegati su un lato mentre dall'altro hanno i rami corti”.

Quando si dovrebbero fare le potature?

“Dipende dal tipo di pianta. Le potature andrebbero eseguite in due periodi dell'anno. Una in inverno, a fine marzo, che serve a dare sostegno alla pianta: si tagliano le branche che possono essere rinsecchite, e si tolgono quelle che possono creare problemi. In primavera, poi, va fatta la potatura cosiddetta di mantenimento o di rimonda. Si cerca di togliere quello che è cresciuto troppo, a vantaggio dei rami più corti e di alleggerire la crescita. Vanno assolutamente evitate, invece, le capitozzature”.

Quanto costa potare un albero?

“La potatura di un albero ad alto fusto si aggira tra i 4-700 euro a pianta. Mi rendo conto che sono costi difficilmente sostenibili per un grande Comune come Napoli. Per questo bisognerebbe puntare sugli alberi a basso fusto. E avere sempre 2-3 squadre di giardinieri potatori disponibili”.

Anche in via Belvedere è crollato lo storico albero in prossimità della Chiesa di Santa Maria della Libera. Solo colpa del maltempo?

“Non ho eseguito una perizia e quindi non posso esprimermi tecnicamente. Dai video e della immagini che sono state divulgate, però, posso dire che quando un albero supera i 15-20 metri d'altezza, bisogna essere molto accorti nella potatura della chioma, perché quando cresce liberamente, senza manutenzione, questa si oppone alla forza del vento e aumenta la possibilità di un cedimento strutturale dell'albero. Un rischio che cresce se i cordoni di ancoraggio che si trovano alla base, cioè quelle grossissime radici che fanno da sostegno agli alberi ad alto fusto, sono fragili, cioè se non hanno una quantità di terreno sufficiente per consentire all'albero di restare fisso nel terreno”.

Di chi sono le responsabilità?

"Le manutenzioni del verde ricadono su diversi soggetti. Oltre al Comune, ci sono molti alberi anche nei condomini che dovrebbero fare la manutenzione, ma spesso non la fanno. Senza contare i cortili delle scuole. Tempo fa, in un condominio in viale Giulio Cesare un pino di 20 metri si abbatté su quattro macchine distruggendole. Dalla perizia è emerso che l'albero poggiava su materiale di risulta. In pratica, lo scavo era stato riempito con pietre e calcinacci e coperto con terreno superficiale”.

Tra gli ultimi alberi piantati dal Comune ci sono le palme di via Marina. Quale procedura si è seguita?

“Le palme di via Marina, del tipo Washingtonia Graciles, arrivano dai migliori vivai della Spagna. Per la messa a dimora si sono scavate profonde buche in modo da ospitare tutto l'apparato delle radici. Oltre a questo si è fatto un piano d'appoggio con paglia e fieno, materiali vegetali, che aiutano la pianta ad attecchire. Le buche sono state riempite e innaffiate per settimane con acqua abbondante. Il terreno è stato reintegrato. Mentre sono stati realizzati dei castelletti di contenimento esterni per far sì che le piante attecchissero dritte. Una procedura che è costata tanto lavoro ed è stata eseguita con personale specializzato”.

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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