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American Laundry, gli ex lavoratori protestano davanti alla Questura: “Riassunto solo uno su tre”

Proteste degli ex dipendenti dell’American Laundry in piazza Matteotti, davanti alla sede della Città Metropolitana di Napoli, contro la mancata assunzione di tutti i 62 dipendenti e la riduzione dell’orario di lavoro settimanale da 40 a 18 ore. “Non erano questi gli accordi”, denunciano gli ex dipendenti, che hanno sono scesi in sit-in davanti alla Questura di Napoli e all’Ispettorato del Lavoro.
A cura di Pierluigi Frattasi
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"Ad oggi degli ex lavoratori dell'American Laundry è stato riassunto solo uno su tre. Dovevano prenderci tutti". Proteste degli ex dipendenti dell'American Laundry in piazza Matteotti, davanti alla sede della Città Metropolitana di Napoli. A scatenare la rabbia dei lavoratori la mancata assunzione di tutti i 62 dipendenti della vecchia società con sede a Melito, nell'area nord di Napoli, che svolgeva attività di lavanderia industriale per le strutture ospedaliere, come il Cardarelli, e la riduzione dell'orario settimanale da parte della Hospital Service, la nuova ditta subentrata nel passaggio di cantiere. “L'azienda si era impegnata ad assumerci tutti a 40 ore settimanali – raccontano gli operai – Ad oggi sono state assunte solo 20 persone, di cui 8 a 35 ore, 12 a 30 ore mentre per i restanti la proposta è di 18 ore settimanali. Noi non siamo d'accordo e daremo battaglia sindacale”. Il corteo dei lavoratori si è poi spostato all'Ispettorato del Lavoro di Napoli.

La protesta per la riduzione dell'orario

I lavoratori dell'ex American Laundry erano già scesi in strada con diverse manifestazioni lo scorso autunno. A scatenare le proteste un documento presentato dalla Hospital Service ai sindacati CGIL FILTEM, CISL FEMCA e ORSA FILSA, arrivato dopo l'incontro del 4 giugno scorso. Le modalità di assunzioni furono discusse già in una riunione del 31 gennaio scorso, ma quell'accordo non è stato ancora ratificato dai sindacati. Dopo la stipula del verbale di quella riunione, scrive l'Hospital Service nell'ultimo documento presentato ai lavoratori: “la situazione occupazionale è stata modificata, rispetto a quella valutata dalle parti, in quanto Hospital Service s.r.l. ha dovuto riassorbire numerose unità di personale provenienti da altri appalti dei quali essa non è risultata aggiudicataria, che hanno eroso il monte ore disponibile presso i siti oggetto della procedura per l’affidamento dei servizi integrati di lava-noleggio per le Aziende Sanitarie della Regione Campania, indetta dalla Società Regionale per la Sanità S.p.A. (Soresa S.p.A.), lotto 2 e lotto 3”.

“Tale situazione – prosegue la società – ha determinato, ad oggi, la possibilità per la Hospital Service s.r.l. di formulare proposte di assunzione per il personale già assegnato al sito “Ospedale Cardarelli” ed ancora inoccupato per 25h/settimana, corrispondenti agli attuali fabbisogni della società, fermo restando che nelle prossime settimane la società dovrà comunque procedere alla assunzione di nuovo personale per i siti ospedalieri in cui deve ancora effettuare il subentro”.

I sindacati, però, non sono d'accordo e chiedono almeno 35 ore settimanali. Con l'ultimo documento Hospital Service “si obbliga ad assumere a tempo indeterminato per 35h/settimana alcuni dipendenti”, purché si verifichino alcune condizioni: che i sindacati “diano espressamente atto, con produzione del relativo verbale, che l’accordo del 31 gennaio 2020 è stato approvato dall’assemblea dei lavoratori con approvazione del 50% più uno”. Secondo, “che il personale attualmente assunto in servizio accetti una riduzione di orario settimanale di lavoro pari alla differenza tra 35h/settimanali meno 25h/settimanali moltiplicato per il numero dei dipendenti indicato nel separato verbale”. La sede di lavoro sarà in Napoli presso la ASL Napoli 1 fermo restando che, al verificarsi delle relative condizioni, l’azienda valuterà lo spostamento dei dipendenti presso il sito Ospedale Cardarelli.

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