Errare è umano, perseverare è diabolico. Ma poi, perché? Perché piazzarlo di nuovo, come ogni anno, a mo' di sfida, senza controlli (almeno le autorizzazioni ci sono?) soltanto per attendere, a metà dicembre o inizio gennaio, il classico atto di furto e/o vandalismo che fa parlare tutt'Italia? L'albero di Natale in Galleria Umberto I a Napoli anche quest'anno è stato piazzato bene in vista, frutto della spesa (non senza ritorno pubblicitario) di alcuni negozi di abbigliamento all'interno della malandata struttura monumentale partenopea che affaccia sul Teatro San Carlo.
Per ora il grosso abete campeggia sul lato verso il teatro Lirico senza addobbi né i classici foglietti coi desideri (a dire il vero per trovarne di commoventi bisogna andare non in Galleria ma alla Stazione Centrale di Napoli, dove i desideri pre e post viaggio sono più poetici e sofferti). Fra quanti giorni ruberanno quest'abete e Napoli si troverà per l'ennesima volta a dover fronteggiare una figuraccia? Come se non bastasse la sporcizia lungo le strade, in primis via Toledo, ridotta ad una pattumiera, come se non bastasse la presenza di un fast food in Galleria che la rende un enorme panino puzzolente senza dignità di monumento, come se non bastassero i tanti piccoli e grandi accadimenti che fanno di questa città e dei suoi quartieri, popolari o residenziali che siano, una dicotomia continua. Vale dunque la pena insistere? Vale la pena piazzare l'albero senza controlli, senza uno straccio di prevenzione per la statisticamente probabile figuraccia annuale? Staremo a vedere. Ma i precedenti non ci indicano nulla di buono.