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Anm è salva, ok al concordato fallimentare da 180 milioni: ora saranno pagati i creditori

I commissari del Tribunale Fallimentare nell’ultima udienza danno parere favorevole al concordato preventivo. Nessuna opposizione dai creditori. L’azienda dei trasporti del Comune di Napoli è ad un passo dalla salvezza. Ma l’ultima parola spetterà al giudice fallimentare che si è riservato la decisione. Il decreto sarà depositato nei prossimi giorni. Subito dopo si potrà partire col pagamento dei debiti. Ammessa in Aula anche una piccola delegazione di pensionati Anm.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ok dei commissari del Tribunale Fallimentare al concordato preventivo dell'Anm da oltre 180 milioni di euro. All'udienza di omologa nessun creditore fa opposizione per chiedere il crac della società dei trasporti di proprietà del Comune di Napoli, mentre i commissari nominati dai giudici danno parere favorevole. L'ultima parola, però, spetterà al Tribunale, che si è riservato la decisione: il decreto di omologa sarà depositato nei prossimi giorni. L'Anm, la società partecipata che gestisce metrò Linea 1, bus, funicolari e parcheggi si prepara ad uscire dal baratro del crac dopo due anni: aveva presentato la domanda di concordato in bianco in continuità il 22 dicembre 2017. Fuori rischio e risanata: ha chiuso il 2018 in utile, dopo anni di perdite.

Il parere positivo dei commissari del Tribunale dopo 2 anni

Un salvataggio che arriva grazie alle misure prese con il piano di concordato – redatto nel 2017 dall'ex amministratore unico Ciro Maglione, presentato dal presidente della NapoliHolding, la società controllante Anm, Amedeo Manzo, e portato avanti con caparbietà e con ulteriori misure dal successore Nicola Pascale. Proprio grazie al lavoro costante della NapoliHolding, guidata da Amedeo Manzo e del Comune di Napoli, che ha assicurato sempre il massimo supporto – con in prima linea gli assessori Mario Calabrese ed Enrico Panini -, garantendo anche i fondi necessari alla salvezza, si è riusciti a raggiungere il risultato. Tra le tante misure che hanno giocato a favore del salvataggio, l'aumento del biglietto corsa singola a 1,10 euro, la stretta sugli autisti inidonei, passati a visite mediche dopo anni e rimessi in alcuni casi al volante. La riduzione dei costi delle Rc autobus, che fino a 2 anni fa costavano anche oltre 20mila euro all'anno per bus, quasi come una Ferrari.

Dopo il decreto di omologa, ok al pagamento ai creditori

Non appena sarà omologato il concordato potranno essere pagati i creditori. Ai fornitori, che rientrano tra i chirografari, la classe non privilegiata, spetterà il 62% circa dei crediti. Ai privilegiati, tra cui i dipendenti Anm , il 100%. Quando saranno pagati? I privilegiati entro un anno dal deposito del decreto di omologa, atteso nei prossimi giorni. Ma probabilmente già nei prossimi mesi si vedranno recapitare gli arretrati: i premi di produttività 2016 non ancora elargiti e i Tfr. Per gli altri entro i 5 anni. I soldi ci sono, assicurano dal Comune. Il risanamento dell'Anm è stato raggiunto grazie soprattutto alle misure intraprese dal manager di NapoliHolding, Amedeo Manzo, che ha voluto e presentato il concordato a dicembre 2017. Manzo è poi riuscito ad ottenere il rimborso Iva di 16 milioni di euro di Napoli Holding che era stato archiviato per accertamento fiscale sempre a Napoli Holding con irrigazione di sanzioni per analoghi 16 milioni di euro. Un rimborso ottenuto senza il rilascio di fidejussione bancaria, che non sarebbe stata facile da ottenere dagli istituti di credito. Sempre grazie al lavoro di Manzo si è riusciti ad ottenere anche il parere positivo del creditore EAV, la società partecipata dei trasporti della Regione Campania. Il rilancio dell'Anm è stato possibile anche grazie al gruppo di lavoro messo in piedi da Manzo, con uno staff di decine di professionisti.

L'udienza in Tribunale fallimentare

Oggi pomeriggio, 13 novembre, l'udienza conclusiva per l'omologa del concordato, che si è svolta davanti al collegio presieduto dal presidente del Tribunale Fallimentare Vincenzo Scoppa e al giudice delegato Francesco Paolo Feo. A rappresentare l'Anm, la squadra degli avvocati, composta da Francesco Marotta, Marco Nazareno Mizzau e Angelo Del Duca, dello studio legale tributario EY, con managing partner Stefania Radoccia. Presente anche l'amministratore unico Nicola Pascale. I giudici hanno accolto anche una piccola rappresentanza dei pensionati Anm che aspettano il pagamento del Tfr, che hanno potuto così assistere al dibattito. Al termine dell'udienza, il collegio si è riservato la decisione. Il decreto di omologa sarà depositato nei prossimi giorni. Subito dopo, la società sarà nella condizioni di cominciare a pagare i dipendenti che aspettano le spettanze arretrate.

Chi ha votato a favore?

Nell'udienza di omologa i commissari giudiziali hanno dato atto del raggiungimento delle maggioranze previste dalla legge. Il concordato, quindi, è passato col voto favorevole di una larga maggioranza di creditori. Un voto delicato, visto che per l'ok serviva una doppia maggioranza dei creditori non privilegiati, cosiddetti chirografari. I creditori erano stati divisi in quattro classi. Solo la prima si è astenuta – un silenzio che secondo le regole della nuova legge fallimentare del 2015 vale come dissenso, ma non è conteggiato ai fini della maggioranza.

All'interno della prima classe, che valeva 6,7 milioni di euro c'era tra i maggiori creditori il Monte dei Paschi di Siena. Nella seconda classe, invece, che valeva 67 milioni, ha votato a favore il 62,74%. Numeri ancora più alti nella terza classe (8,5 milioni di euro circa) dove si è raggiunto il 91%, quasi la totalità. Nella quarta e ultima classe (15 milioni), che comprendeva il Comune di Napoli e i creditori cosiddetti "postergati", si è raggiunta l'unanimità: 100% dei favorevoli. Ma il suo voto è ritenuto comunque non rilevante ai fini della maggioranza. Tra i voti a favore si conta anche quello dell'Eav, la società partecipata della Regione Campania. Solo 6 sono stati i voti contrari, di piccoli creditori.

Nessuna opposizione davanti al giudice

Nell'udienza, il collegio dei giudici ha dato anche atto dell'assenza di opposizioni all'omologa. I creditori dissenzienti, infatti, quelli che negli scorsi giorni avevano dato voto negativo, si sarebbero potuti costituire oggi per depositare un'opposizione all'omologa per dichiarare il fallimento. Ma nessuno l'ha fatto. Non ci sono state opposizioni e il giudice, in assenza di irregolarità della procedura, si è riservato la decisione. Il decreto di omologa sarà depositato nei prossimi giorni. Il pallino adesso è in mano al Tribunale che dovrà scrivere l'atto, ripercorrendo quanto detto oggi in udienza e tutta la storia del concordato.

Ok anche al contratto per il filobus

Il concordato porta anche un'altra novità: la sottoscrizione dell'addendum contrattuale con Alstrom che permetterà di aprire il cantiere della filovia R4 entro il prossimo anno. Anche questa partita è stata seguita dai legali di EY, con la modifica del vecchio contratto sottoposto al tribunale, e adesso ci sarà la ripresa dei lavori. Per il presidente della commissionee Trasporti, Nino Simeone: "Un piccolo passo in avanti. Il salvataggio dell'azienda è un passo importante, adesso bisogna migliorare il servizio al cittadino e le condizioni di lavoro dei dipendenti. Si paghi al più presto il Tfr ai pensionati e tutti gli arretrati ai lavoratori di Anm".

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