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“Aprite i porti”: la dura risposta di Emma Marrone dopo le polemiche

“Fin quando avrò un palco sotto il culo dirò sempre quello che penso”: Emma Marrone replica così, sempre nel corso di un concerto, alle polemiche che l’hanno vista protagonista dopo la frase: “Aprite i porti” gridata durante una esibizione al Palasele di Eboli (Salerno), riferita chiaramente alla vicenda dei migranti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Emma Marrone
Emma Marrone

Emma Marrone non ci sta alla strumentalizzazione delle proprie parole. La popolare cantante salentina ha quindi replicato, dal palco di Livorno dove si è esibita l'altra sera, agli attacchi ricevuti all'indomani della frase pronunciata sul parco del Palasele di Eboli, dove aveva gridato "Aprite i porti", davanti ai propri fan in delirio per il suo concerto.

Nei giorni successivi, infatti, la frase ha aperto una serie di commenti, per lo più negativi, verso la cantante. In molti, infatti, hanno sottolineato come, a proprio avviso, Emma Marrone abbia avuto un'uscita infelice, invitandola a "non occuparsi di politica" e a pensare invece alla propria carriera musicale. Commenti che, sebbene esclusivamente via web (quando invece dal vivo i fan della cantante avevano mostrato grande apprezzamento per le sue parole) non hanno lasciato indifferente la stessa Emma Marrone, che dal palco di Livorno ha voluto replicare per le rime a chi l'ha contestata.

"In questi giorni ho letto tantissimi articoli molto polemici sul fatto che io dica questa frase dal mio palco", ha spiegato la popolare cantante salentina, "ma Aprite i porti è quello che penso io. E' semplicemente quello che penso io. Per me non è per andare contro questo o quel politico, significa significa essere nati e cresciuta in una famiglia in cui mi è stato insegnato il rispetto e l'altruismo verso chi è più bisognoso. E mi rivolgo anche ai signori giornalisti", ha quindi aggiunto Emma Marrone, "io capisco che avere click sui vostri siti avete bisogno di far crescere polemiche e sporcare anche il pensiero positivo che un artista cerca di fare dal proprio palco. Fin quando avrò un palco sotto il culo, dirò sempre quello che penso, sempre. Anche se questo significa andare contro di me e perdere qualcuno per strada. A trentacinque anni, sono una cittadina italiana, esiste la libertà di pensiero e di parola e continuerò a dire quello che penso. E scrivetelo adesso, l'articolo".

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Giuseppe Cozzolino, giornalista, classe 1984. Laureato in Lingue Straniere, lavoro con Fanpage.it dal 2012, attualmente in forza alla redazione di cronaca di Napoli. Videogamer e appassionato di musica, di cani e di storia, soprattutto antica.
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