Arrestato l’assassino di Fortuna Loffredo, la rabbia di mamma Mimma: “Marciscano in cella”
È la fine di un incubo per Mimma Guardato che finalmente dopo due anni di indagini, silenzi, omertà e orrore ha visto l'arresto del presunto assassino della sua Chicca, la piccola Fortuna Loffredo del Parco Verde di Caivano (Napoli).
. "Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall'altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia". Raimondo Caputo, già in carcere per violenza sessuale sulla figlia dodicenne e ora accusato della morte di Fortuna e di aver abusato sessualmente di lei più volte. Caputo era il compagno della vicina di casa di Fortuna, Mariana Fabozzi, mamma della sua amichetta
, anche lei in carcere per abusi sessuali sulla figlia. Proprio con il pretesto di invitarla a giocare con la bimba l'uomo l'avrebbe attirata in casa Chicca e – secondo le ipotesi accusatorie – davanti a un rifiuto della piccola di subire l'ennesimo abuso sessuale, l'avrebbe scaraventata giù dal balcone. Allo stesso modo, un anno prima, era morto Antonio Giglio, un anno, figlio della Fabozzi. L'omicidio di Fortuna è avvenuto a giugno 2014 nelle palazzine Iacp del Rione Parco Verde di Caivano.
Fortuna Loffredo, le fasi delle indagini
Gli inquirenti e la stessa Mimma si sono scontrati per lungo tempo contro il muro dell'omertà. Nessuno nelle palazzine ha mai collaborato, tutti hanno sempre di chiarato di non sapere, di non aver visto. Ma anche oggi tutti sono rimasti in silenzio – dice Domenica Guardato – anche oggi tutti omertosi". Domenica, Mimma come la chiamano gli amici, fino a quindici giorni fa era in una città della Lombardia. Poi è tornata a Caivano. "Pensavo, speravo, che oggi, almeno oggi, qualcuno di questo maledetto parco venisse da me per dirmi qualcosa, un abbraccio, ed invece niente. Qui c'è sempre stato e sempre ci sarà il silenzio". "Io so solo che ora mi ritrovo ad essere l'unica condannata – dice ancora – perché mi ritrovo con un dolore immenso, che non passera' mai. Perché amavo Fortuna, come solo una mamma può fare e me l'hanno uccisa. E ad oggi non so ancora perché'".
"La giustizia non deve avere nessuna pietà". Così l'avvocato Angelo Pisani, che con il fratello Sergio assiste i nonni della piccola Fortuna. "Fin dai primi sopralluoghi con i consulenti della difesa – spiega il legale – era emersa con chiarezza l'ipotesi di un atroce movente a sfondo sessuale, oggi finalmente arriva giustizia grazie al grande lavoro della Procura di Napoli Nord, che ha operato in un contesto fra i più terribili del Paese". "In memoria di Fortuna – conclude Pisani – è nostro dovere salvare tanti altri bambini come è già stato fatto durante le indagini".