È comprensibile la rabbia, lo scoramento, l'esplosione di amarezza per mesi passati senza percepire un euro. Ma i tassisti assembrati sotto Palazzo santa Lucia, sede di quella Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca, l'uomo dei lanciafiamme e dei cinghialoni, non dovevano essere consentiti. Massiccia presenza di Polizia e Carabinieri che non ha mosso un dito, dalla Regione non è arrivato un cenno per scongiurare questo che a tutti gli effetti era un assembramento fuori da ogni legge.
Non è giusto, non è giusto verso le migliaia di napoletani che hanno fatto e continuano a fare file pure per entrare in un supermercato , non è giusto per coloro che si imbardano ogni santo giorno per prendere un autobus o una metropolitana. Non è giusto per chi ha subito controlli su controlli e ha la borsa piena di autocertificazioni da esibire ai posti di blocco in tangenziale. Non è giusto per chi deve andare settimanalmente alla ricerca di mascherine chirurgiche, ffp2 o fatte a mano visto che non se ne trovano.
Non è giusto verso i runner, criminalizzati come gli scippatori, non è giusto verso le famiglie che si sono tenuti i figli in casa, i figli che non vedono genitori da mesi. È successo ‘sotto casa' (quella istituzionale) di Vincenzo De Luca ed è lui che deve spiegare perché e quali sono le iniziative da mettere in campo affinché non accada più. Di concerto – si spera – col sindaco di Napoli Luigi de Magistris, pressoché invisibile in questa fase 2 così importante e determinante, tranne quando si tratta di far polemica con la qualunque.