Ballottaggio Napoli: Lettieri, De Magistris e quelle piazze piene solo di musica
Il vento africano e una cappa di afa asfissiante hanno avvolto Napoli ieri sera. La campagna elettorale si è conclusa, per i due candidati, in un caldo torrido di inizio estate. La sfida delle piazze questa volta era in contemporanea, ma avveniva a distanza, in due luoghi profondamente diversi della città. Da un lato Luigi de Magistris e piazza Dante, il cuore pulsante di Napoli, porta d'ingresso di via Toledo e anticamera di Port'Alba, la strada della cultura, dei libri e degli artisti; dall'altro Gianni Lettieri e piazza del Carmine, il centro più popolare, legato indissolubilmente al culto della Madonna e luogo ricco di storia e tradizione, tra tutte quella dell'incendio del campanile barocco. Questa volta non è una corsa a chi ha riempito e chi ha floppato, questa volta le piazze erano piene entrambe, anche, e forse ancor di più, quella di Lettieri che invece non era riuscito a calamitare la stessa folla a piazza Municipio. Ma le piazze, è cosa risaputa, non rivelano quello che è il segreto della cabina elettorale e l'esito che ne consegue. Quello che è innegabile ed ascrivibile ai due sfidanti, è l'aver capito che i napoletani sono diventati allergici a politicanti, politichese e passerelle. Lettieri e de Magistris hanno fatto quasi da spettatori di loro stessi, intervenendo poco e parlando alla pancia di chi era presente in piazza.
Lettieri inneggia all'amore, de Magistris salta
Onda anomala. L'espressione su cui l'imprenditore napoletano ha puntato tutto, per cercare di smuovere gli animi e generare l'effetto rimonta, che stavolta è molto più complessa rispetto a quella che lui stesso subì nel 2011 dal sindaco uscente. Lettieri è salito sul palco in una piazza del Carmine davvero affollata, con Serena Autieri e ha fatto la famosa "mossa". Poi braccia al cielo e "vi amo" in successione. "Qui dietro sono nato io, questa è Napoli, non Posillipo, non via Caracciolo", ha detto dal palco. Il discorso di Lettieri è stato improntato proprio per fare breccia nella parte meno abbiente della città, annunciando i cinque punti che si impegnerà a realizzare entro il primo anno di mandato: "Reddito di sostegno sociale di 600 euro, taglio delle tasse per 1.000 euro a famiglia, sanatoria di multe e tributi pregressi, corpo speciale di Polizia locale, creazione di almeno 10.000 nuovi posti di lavoro per i giovani", è stato l'elenco fatto dal palcoscenico.
Amma scassà. Slogan che vince non si cambia. De Magistris è tornato a piazza Dante, teatro della chiusura di cinque anni fa, ma scelta per la seconda volta in questa campagna elettorale. Ed è tornato con la stessa forza comunicativa, con la stesso atteggiamento schietto e arrembante, arma che gli ha permesso di creare una forte connessione sentimentale con i napoletani. Lui stesso è sembrato in preda ad un'overdose di adrenalina che lo ha reso protagonista di una sfrenata serie di salti insieme a Valerio Jovine durante l'esecuzione di "Napulitano" pezzo che ha accompagnato la sua campagna elettorale. Bisogna dirlo, gli angoli della piazza erano comunque sguarniti rispetto all'altro concerto elettorale di maggio.
De Magistris-Lettieri: chi ha vinto la sfida?
Una sfida a colpi di musica e cabaret non può esprimere un vincitore da nessun punto di vista. Gli ospiti, anche quelli, non sono paragonabili. Due radici profondamente diverse, due pubblici culturalmente distanti, separati dalle differenze che Napoli conserva al suo interno. Sarà interessante capire quante persone andranno a votare per quest'ultimo atto elettorale, per capire quanto la politica, in questo caso due persone lontane dai partiti, sta a cuore ai napoletani. E quanta strada c'è ancora da fare per riportare la discussione su temi altri da quelli populistici che hanno animato Napoli negli ultimi mesi.