Bambino annegato a Varcaturo, la piscina era abusiva. Accertamenti su padre e sorella
È stata fissata la data per l'autopsia del bambino di 4 anni annegato sabato scorso, 23 maggio, nella piscina di casa sua a Varcaturo, frazione di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. Il piccolo, questa la ricostruzione, sarebbe caduto nell'acqua mentre era in casa con la sorella di 19 anni. Sull'accaduto indagano i carabinieri della Compagnia di Giugliano, che nella fase iniziale hanno effettuato i sopralluoghi nell'abitazione e hanno ascoltato i familiari.
Dagli accertamenti è emerso che la piscina della villetta era abusiva, motivo per cui la posizione del padre è attualmente al vaglio degli investigatori. Si valuta anche quella della sorella, per l'ipotesi di culpa in vigilando, ovvero la colpa conseguente alla mancata sorveglianza; si tratta, per entrambi i casi, di atti dovuti nella fase delle indagini preliminari che vanno a garanzia delle parti. Dopo l'incidente la salma del bambino era stata sequestrata in vista dell'autopsia, che si terrà nei prossimi giorni; i militari avevano messo i sigilli all'area esterna dell'abitazione per svolgere i rilievi del caso.
Al momento dell'incidente i genitori non erano in casa. Il bambino si sarebbe sporto dalla finestra della sua cameretta e sarebbe finito direttamente nella piscina, che si trova attaccata all'edificio; il piccolo era stato portato d'urgenza all'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (La Schiana), ma i sanitari non avevano potuto fare altro che constatare il decesso.
Nella stessa serata il padre del bambino aveva avuto un incidente mentre tornava in ospedale insieme all'altro figlio, di 7 anni; l'automobile si è ribaltata mentre percorreva la variante della Domitiana, il piccolo è rimasto illeso mentre l'uomo ha riportato delle ferite che, dopo gli esami diagnostici, si sono rivelate non gravi.