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Camorra: appalti, imprenditoria, voto di scambio, 30 arresti nel clan Letizia-Piccolo

La Polizia di Stato ha eseguito una ordinanza per 30 persone, ritenute affiliate al clan Piccolo-Letizia di Marcianise; tra gli arrestati c’è anche l’uomo considerato reggente del sodalizio criminale. Il gruppo è storicamente rivale dei Belforte, in una guerra che negli anni ha prodotto diverse decine di morti.
A cura di Nico Falco
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Trenta persone, accusate di fare parte di uno dei principali sodalizi criminali del Casertano, sono state arrestate la notte scorsa dalla Polizia di Stato. Si tratta di presunti esponenti del clan Piccolo-Letizia e dei Perreca, attivo a Marcianise, in provincia di Caserta, e da anni in lotta coi rivali dei Belforte. Tra i destinatari dell'ordinanza c'è anche Pasquale Piccolo, detto Rockfeller, considerato il reggente del gruppo criminale insieme ad Achille Piccolo. A 12 indagati, già detenuti, la misura è stata notificata in carcere. L'operazione è scattata in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli; le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso. Il blitz è partito la notte scorsa, alle prime ore di oggi 8 aprile, e ha impegnato numerosi uomini della Polizia di Stato col supporto degli elicotteri che hanno sorvolato la zona per monitorare dall'alto i ricercati.

Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Dda di Napoli. Il sodalizio Piccolo-Letizia, federato coi Perreca, si era esteso su Marcianise, su Recale e nelle zone attigue, ed era in aperta contrapposizione coi Belforte dagli anni '90. Tutti gli indagati sono accusati di associazione per delinquere di tipo camorristico, con ruoli riversi: tra gli arrestati ci sono i presunti promotori, organizzatori e gregari. Diversi i campi di influenza: rilascio di appalti e servizi pubblici, concessioni e autorizzazioni amministrative, condizionamento del voto. I soldi così ottenuti venivano poi investiti in attività imprenditoriali, immobiliari e finanziarie. L'indagine ha cristallizzato il cambiamento del clan che, dopo la guerra aperta nel ventennio 1990-2009, aveva cambiato strategia infiltrandosi nell'imprenditoria locale. I colloqui in carcere intercettati e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia hanno inoltre fatto emergere dei dissidi interni al sodalizio criminale: i contrasti erano nati dopo il 2005, quando è cominciato il periodo di indebolimento dei Belforte, e la conseguente ascesa dei Letizia-Piccolo aveva determinato tensioni tra le due fazioni del clan per la leadership.

Nella scorsa estate un'altra importante operazione aveva decimato la camorra casertana, nella stessa zona: l'8 giugno erano state eseguite dai carabinieri 40 misure cautelari (16 in carcere, 15 agli arresti domiciliari e 9 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti di presunti affiliati ai Belforte e ai Piccolo-Letizia. In quella circostanza emerse l'esistenza di una sorta di “patto” tra i Belforte, detti i Mazzacane, e i Piccolo-Letizia, detti i Quaqquaroni, finalizzato a monopolizzare il traffico delle sostanze stupefacenti nelle loro aree di influenza nel Casertano; durante le indagini, svolte tra Caserta, Torino, Reggio Emilia e Mantova, erano stati sequestrati 6 chili di droga tra hashish, marijuana e cocaina.

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