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Blitz notturno al carcere di Salerno, sequestrati 35 telefoni e coltelli rudimentali

Maxi-sequestro nella notte nel carcere di Salerno, dove a seguito di una perquisizione straordinaria, la Polizia Penitenziaria ha trovato 23 micro telefoni cellulari, 12 smartphone e coltelli rudimentali. Vincenzo Palmieri, segretario Regionale OSAPP Campania: “Nascosti in posti impensabili. Durante le operazioni, ci sono stati tentativi di eludere i controlli. I penitenziari vanno schermati”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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Maxi-sequestro nella notte nel carcere di Salerno, dove a seguito di una perquisizione straordinaria la Polizia Penitenziaria ha trovato 23 micro telefoni cellulari, 12 smartphone e coltelli rudimentali. “Gli agenti – spiega Vincenzo Palmieri, segretario Regionale OSAPP Campania – hanno rinvenuto e sequestrato 23 micro telefoni cellulari e 12 smartphone, occultati dietro le mattonelle e coltelli rudimentali nascosti nei posti più impensabili. Durante le operazioni, ci sono stati tentativi di eludere i controlli del personale addetto la vigilanza per non essere perquisiti e quindi scoperti”. Il blitz notturno è stato disposto dal Provveditorato di Napoli, in cooperazione con la direzione e il comando del carcere Salernitano, e condotto dalla Polizia Penitenziaria, coordinata dal Dirigente Aggiunto Pasquale Colucci, direttore UST, e dal Commissario Capo Andrea D’Apolito. Ha partecipato il personale di Polizia Penitenziaria in forza ai nuclei operativi TP della regione Campania, congiuntamente al personale di servizio.

Blitz notturno nel carcere di Salerno

“La polizia penitenziaria – spiega Vincenzo Palmieri, segretario Regionale OSAPP Campania – impiegata nel servizio controllo, vigilanza e osservazione, ancora una volta ha dimostrato alta professionalità e senso del dovere nell'espletare questo delicato compito che richiede massima attenzione tenuto conto della diffusione di questi piccoli strumenti tecnologici di facile introduzione e di occultamento non consentiti dalla legge e dal regolamento, che nel suo utilizzo da parte di detenuti, consentirebbe agli stessi di avere contatti con l’esterno”. C'è il rischio, quindi, sottolinea il dirigente sindacale, che i telefonini possano essere usati “non solo per chiamare i familiari o congiunti, ma anche per commissionare altri reati. Al riguardo è stato chiesto al vice Capo DAP di schermare tutti gli istituti penitenziari per disabilitare gli strumenti tecnologici introdotti illegalmente. Come sindacato – conclude – faremo l’impossibile per stare al fianco dei dipendenti e contribuire a migliorare il sistema lavorativo nell'interesse di tutti, sollecitando nuovamente i vertici dell’Amministrazione Centrale a porre in essere una maggior attenzione anche attraverso strumenti tecnologici e un rafforzamento dell’attuale pianta organica per potenziare controlli ai fini della sicurezza”.

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