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Bullizzata e insultata su Instagram: “Sei grassa”, 12enne finisce in ospedale

Bruttissima storia di violenza verbale sui social. Bullizzata da due pseudo-amici su internet perché obesa, con foto imbarazzanti pubblicate sui social e minacce per i suoi chili di troppo. È quanto sarebbe accaduto a una studentessa napoletana di 12 anni finita in ospedale alcuni giorni fa a causa di un malore. La giovane sarebbe finita nel mirino di due coetanei, un 14enne e una 13enne. La mamma ha fatto denuncia ai carabinieri.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Bullizzata da due pseudo-amici su internet perché obesa, con foto imbarazzanti pubblicate sui social, su falsi profili social creati "ad hoc", e minacce per i suoi chili di troppo. È quanto sarebbe accaduto a una studentessa napoletana di 12 anni finita in ospedale alcuni giorni fa a causa di un malore dopo le minacce e le violenze psicologiche subite. La giovane sarebbe finita nel mirino di due coetanei, un 14enne e una 13enne, conosciuti nel mese di marzo. I due presunti haters l'avrebbero perseguitata sulla piattaforma online Instragram, denigrandola e stalkerizzandola, postando foto imbarazzanti. Quando la ragazza ha denunciato l'accaduto alla mamma, questa è intervenuta per difendere la figlia, rivolgendosi a uno dei genitori dei due ragazzi. Ma l'effetto è stato l'opposto di quanto sperato. Invece di scusarsi, i due giovani hanno risposto minacciando anche lei.

La donna, assistita dall'avvocato Sergio Pisani, ha presentato una denuncia ai carabinieri chiedendo di far luce su quanto accaduto. Agli atti consegnati agli investigatori anche una conversazione in una chat dal testo inquietante:

"Attenta che stiamo organizzando una vattuta (pestaggio) a L… più continui più la pestiamo…".

"Dimostra un po' di affetto per tua figlia… St…za, si vede proprio che volevi abortirla…".

Tra le frasi rivolte alla ragazza:

"Io mangio e non ingrasso…, questo non tu non te lo puoi permettere…"

"…ti faccio piangere sangue…"

"attenta alle cose che dici perché poi picchio a te e tua mamma, attenta che io mi suicido dopo che ho ucciso te"

"attenta che muori prima tu di me, stai scherzando con il fuoco non sai di cosa sono capace".

La ragazzina bullizzata colta da malore

La ragazzina vittima dei presunti cyberbulli è stata colta da malore dopo avere ricevuto le minacce dai due ragazzi, è diventata inappetente e preda di frequenti mal di testa e di pancia. Malori che alla fine sono sfociati in preoccupanti tremori e perdite di coscienza, manifestazioni di grave disagio che l'hanno logorata a tal punto da rendere necessarie le cure mediche. La mamma adesso commenta: "Dovrebbero vietare i social ai minorenni, perché è troppo facile insultare nascondendosi su queste piattaforme". "Quanto accaduto alla giovane vittima – aggiunge l'avvocato Sergio Pisani – impone una riflessione. I social non dovrebbero assolutamente consentire la creazione di falsi profili. I profili devono essere tutti certificati con una procedura di riconoscimento on-line previa esibizione e invio di documenti di riconoscimento".

La Regione Campania contro il cyberbullismo

Non sarebbe il primo caso di cyberbullismo che si registra in Campania, se verificato, purtroppo. La Regione Campania dopo il caso di Tiziana Cantone, vittima del cyberbullismo, ha approvato una legge regionale contro ogni violenza online. Il 30 settembre scorso si è chiuso il bando per la prevenzione, la gestione e il contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo finanziato con 200mila euro, promuovendo corsi di sensibilizzazione nelle scuole per evitare il dilagare di fenomeni di questo tipo. Palazzo Santa Lucia ha individuato quattro filoni di percorsi:

Alfabetizzazione emotiva e di potenziamento delle abilità sociali in favore dei minori vittime, autori e spettatori di atti di bullismo o cyberbullismo al fine di educarli all’empatia, alla comunicazione assertiva e al comportamento prosociale, con particolare attenzione alla dimensione gruppale; educazione all’uso consapevole della rete internet e ai diritti e doveri legati all’utilizzo delle tecnologie informatiche; promozione di una cultura dello sport giovanile come strumento per prevenire e ridurre i fenomeni di prevaricazione e di non rispetto delle diversità; sensibilizzazione ed informazione rivolte ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie, con particolare attenzione alla creazione di modalità di coinvolgimento dei genitori.

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