In queste ore militari dell'Arma dei Carabinieri stanno perquisendo le sedi e le abitazioni personali di alcuni dirigenti di RFI, la Rete Ferroviaria Italiana, su delega della Procura della Repubblica di Napoli. I pubblici ministeri napoletani, Antonello Ardituro e Graziella Arlomede ipotizzano che nelle ultime gare d'appalto Rfi sarebbe subentrata la longa manus della camorra e in particolare quella del clan dei Casalesi, sempre in allerta quando si tratta di grandi business derivati dall'infiltrazione nel meccanismo degli appalti per lavori pubblici.
L'ipotesi è che imprenditori legati ai Casalesi, ramo famiglia Schiavone, si siano aggiudicati appalti attraverso azioni illecite e corruzione. Per corroborare l'ipotesi investigativa i carabinieri sono ora alla ricerca di atti e documentazione che sarà poi passata al vaglio degli inquirenti. Le perquisizioni sono nelle sedi Rfi di Roma, ma anche in quella di Gianturco, periferia Orientale di Napoli. Sono pesanti le ipotesi accusative che dovranno esser tuttavia validate da atti: corruzione, turbativa d’asta aggravata d’attività mafiose ed associazione camorristica.
I nomi degli indagati
Tra le persone che risultano indagate dalla Procura di Napoli in questo procedimento che ipotizza una corruzione nell'assegnazione di appalti da parte di Rfi a ditte riconducibili a imprenditori molto vicini al clan dei Casalesi, e in particolare al boss in carcere Francesco ‘Sandokan' Schiavone, ci sono Nicola e Vincenzo Schiavone, lontani parenti del capo clan. Non solo: con loro anche dipendenti Rfi, tra cui tre alti dirigenti. Si tratta di Massimo Iorani, capo della Direzione acquisti di Rfi, Paolo Grassi e Giuseppe Russo, dirigente del Dipartimento Trasporti a Napoli.
Rfi con una nota commenta la vicenda:
In relazione alle notizie riportate oggi dai media circa le indagini della Procura della Repubblica di Napoli, Rete Ferroviaria Italiana garantisce la piena collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti da parte degli inquirenti e conferma la propria fiducia nell'autorità giudiziaria. In base agli sviluppi delle indagini, RFI valuterà eventuali azioni a propria tutela.
Cos'è e a cosa serve RFI
Rete Ferroviaria Italiana è una importante azienda pubblica italiana: nasce nel 2001 quale società dell’infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato e risponde alle direttive comunitarie recepite dal Governo italiano sulla separazione fra il gestore della rete e il produttore dei servizi di trasporto. In pratica Rfi tra i vari compiti: gestisce l'infrastruttura ferroviaria nazionale attraverso il presidio dei sistemi di controllo e comando della marcia dei treni; mantiene in efficienza i binari; progetta e realizza gli investimenti per il potenziamento dell’infrastruttura esistente; definisce l’orario ferroviario sulla base delle richieste avanzate dalle varie Imprese Ferroviarie viaggiatori e merci; accerta l’idoneità psico-fisica del personale – sia proprio, sia delle imprese ferroviarie e di altri operatori del settore trasporti – impegnato in attività connesse con la sicurezza della circolazione dei treni e dell’esercizio ferroviario nonché con la sicurezza del trasporto pubblico navale e terrestre.