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“Carcere di Pozzuoli, sovraffollamento e cattiva qualità della vita”: denuncia di Antigone

Un carcere (ancora) sovraffollato, una struttura vetusta con cronici problemi di infiltrazioni d’acqua, fino a 13 detenute per stanza (e un solo bagno), zero mediatori culturali nonostante la significativa presenza di detenute straniere e una sezione psichiatrica dove “il contenimento chimico la fa da padrone”: l’associazione Antigone è stata dentro il carcere di Pozzuoli e descrive uno scenario poco rassicurante, nonostante le meritorie attività (che coinvolgono però solo una parte della giornata e una parte delle detenute)
A cura di Gaia Bozza
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Estate, una delle più torride degli ultimi anni. Le temperature raggiungono e spesso superano i 40 gradi. Nel carcere di Pozzuoli, in provincia di Napoli, ci sono 152 detenute, obbligate in stanze che ospitano fino a 13 persone, che si trovano a dover condividere un solo bagno. Il carcere di Pozzuoli non è sempre stato tale: originariamente era un convento, poi adattato a carcere solo negli anni Ottanta. E' un edificio vecchio e cronicamente soggetto a infiltrazioni d'acqua. Ancora, nel carcere di Pozzuoli c'è il 27 per cento di detenute straniere. Il problema è che non c'è nemmeno un mediatore culturale.  Nelle settimane scorse, diversi soggetti che si occupano di condizioni dei detenuti – tra i quali l'associazione Antigone Campania e il comitato "Parenti e amici delle detenute di Pozzuoli" – hanno ricevuto una lettera anonima di denuncia, che Fanpage.it ha deciso di pubblicare.

La direzione del carcere ha scritto una dura replica sottolineando – tra altre cose – la presenza di attività e corsi per le detenute, ma l'associazione Antigone Campania ha deciso di effettuare una visita all'interno della casa circondariale: "Il carcere di Pozzuoli non è solo produzione di caffè e sfilate di moda, è anche cattiva qualità della vita detentiva", spiega Mario Barone, presidente dell'associazione campana e membro dell'Osservatorio sulle condizioni di detenzione.

Quali sono le condizioni strutturali di questo carcere?

L’impianto originario dell’istituto risale al XV secolo: il complesso era destinato originariamente a convento, solo negli anni ’80 è divenuto carcere. È un carcere strutturalmente inadeguato sia per l’originaria vocazione conventuale sia per la vetustà dell’edificio, cronicamente affetto da problemi di infiltrazioni d’acqua: in questo senso, appare più che plausibile che le detenute lamentino un’insopportabile umidità.

Qual è la situazione in termini di numero delle detenute?

Abbiamo registrato 152 detenute presenti.

Pozzuoli è ancora un carcere sovraffollato? Come vivono le detenute all'interno delle celle?

Pozzuoli è un carcere indubbiamente sovraffollato: la capienza regolamentare ammonta a 100 unità. Questo significa che ogni 10 posti regolamentari ci sono 15 detenute effettive. Le detenute sono allocate in cameroni con letti a castello: proviamo ad immaginare cosa possa significare che dieci e più donne al mattino debbano condividere un solo bagno, anche in considerazione del fatto che la donna ha esigenze fisiologiche particolarmente delicate. Tutto questo è semplicemente indecente.

Questa casa circondariale sperimenta da un po' di tempo il regime delle celle aperte: è sufficiente questo a garantire una buona qualità della vita alle detenute?

Il regime delle celle aperte ha indubbiamente migliorato la condizione detentiva; a Pozzuoli, come altrove, tuttavia non mancano momenti di ozio forzato “fuori dalla cella”, anziché in cella. Il carcere, rispetto ad altri istituti, ha una variegata offerta di attività per le detenute, che – tuttavia – copre solo una minima parte della giornata.

Quali sono le attività che vengono proposte nel carcere di Pozzuoli?

Sono attivi corsi di formazione finanziati dalla Regione Campania (fotografia, decoupage, flower designer, ricostruzione unghie, sarta per bambini, canto, manutenzione area verde); sono poi presenti laboratori di scrittura e lettura. Non manca l’attività fisica con un corso di attività motorie.

A Pozzuoli esiste una sezione psichiatrica. Cosa succede dentro una sezione psichiatrica?

Facciamo un passo indietro: la riforma che ha portato alla chiusura degli O.p.g. ha determinato la distribuzione della popolazione un tempo internata lì in diversi contenitori: O.p.g. (ancora aperti) R.e.m.s. e sezioni psichiatriche interne al carcere, destinate ad ospitare detenuti con un’infermità psichica sopravvenuta nel corso della detenzione o da sottoporre ad osservazione. Il carcere femminile di Pozzuoli è stato individuato come istituto destinato ad ospitare le detenute campane portatrici di disagio psichiatrico. Come in tutte le sezioni psichiatriche, il contenimento chimico (psicofarmaci, ndr)  la fa da padrone.

In conclusione: come giudicherebbe le criticità emerse durante la visita? Quali sono i dati più allarmanti?

In estrema sintesi, Pozzuoli non è solo produzione di caffè e sfilate di moda, è anche cattiva qualità della vita detentiva; mi permetta di aggiungere un solo dato: il 27% della popolazione detenuta a Pozzuoli è straniera, con presenze di diverse nazionalità (tra le altre: Romania, Kyrgyzstan, Nigeria, Bulgaria, Ghana). Ebbene a Pozzuoli non ci sono mediatori culturali. Vorrei lasciare il lettore italiano con un dubbio: come si sentirebbe in un carcere bulgaro senza capire né la lingua locale né i meccanismi di internamento che lo sovrastano?

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